Monday, May 18, 2009

Lecture Parisienne

A margine delle lunghe passeggiate parigine, ho completato la lettura del primo romanzo giallo di Augusto De Angelis, "Il banchiere assassinato" (1935).

Benche' - e concordo con la critica ufficiale - vi sia il tentativo di discostarsi dal noir americano (non ci sono inseguimenti per strada, ne' sparatorie), mi sembra invece che la costruzione e i colpi di scena siano piu' vicini alla classica impostazione del giallo di fine '800 / inizio '900.

Come in Conan Doyle ma specialmente in S.S. Van Dine (che scrisse 8 dei suoi romanzi appena prima del "banchiere" di De Angelis), molte delle azioni rilevanti si svolgono al chiuso, in questo caso in una stanza dell'abitazione del maggiore indiziato Giannetto Aurigi, con tutti (o quasi) i maggiori protagonisti contemporaneamente presenti in scena.
L'investigante, come il Philo Vance di Van Dine, cerca di mettere a nudo le malefatte dei personaggi attraverso situazioni tete-a-tete oppure combinando incontri tra i presunti colpevoli per studiarne le reazioni; almeno in questo contesto, tra l'altro, gli indizi fisici non rivestono una importanza cosi' fondamentale.

L'evoluzione rispetto al giallo classico riguarda semmai alcuni (blandi) tratti introspettivi, ma piu' riferibili al Commissario De Vincenzi che ai protagonisti negativi della trama, che saranno invece terreno fertile nel dopoguerra per la provincia americana di Jim Thompson e per la borghesia di Ross Mc Donald.

Ad ogni modo, la lettura e' gradevole ed aiuta anche a scoprire luoghi ed atmosfere di una Milano d'antan.

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