Friday, March 31, 2006

Contratti collettivi, retribuzioni contrattuali e conflitti di lavoro.

Oggi sono stati pubblicati sul sito Istat i dati relativi ai "Contratti collettivi, retribuzioni contrattuali e conflitti di lavoro - Gennaio e Febbraio 2006" (Link).

Vediamo se c'e' qualche buona notizia.

Pagina 1.
"Nel mese di gennaio 2006 l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie, con base dicembre 2000=100, e' risultato pari a 114,2 con una variazione di piu' 0,5 per cento rispetto al mese precedente e con un incremento del 2,1 per cento rispetto a gennaio 2005.
A febbraio 2006, il valore dell’indice e' stato pari a 114,9, con un aumentocongiunturale dello 0,6 per cento e un incremento tendenziale del 2,6 per cento.
L'aumento registrato nel periodo gennaio-febbraio 2006, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, e' del 2,3 per cento."

C'e'.

Nota (pagina 1).
"Alla fine di febbraio 2006 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore relativamente alla sola parte economica, riguardano il 40,1 per cento degli occupati dipendenti rilevati in occasione del ribasamento degli indici (dicembre 2000=100); ad essi corrisponde una quota del 38,7 per cento del monte retributivo osservato."

Thursday, March 30, 2006

La televisione e la politica.

Nei giorni scorsi sono riaffiorate le ormai storiche e ricorrenti lamentele sull'uso privato della tv da parte di alcuni esponenti politici.

Ho analizzato i dati complessivi forniti da ISIM Ricerche, relativi al mese di febbraio (ossia il primo mese di campagna elettorale), pubblicati sul sito dell'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni nella sezione "Monitoraggio televisivo".

Dettaglio delle fonti:
Tab. 7 - Tempo di notizia, parola e antenna dei soggetti politici e istituzionali nei Tg RAI (dati aggregati Tg1, Tg2, Tg3, Rai News 24) e Mediaset (dati aggregati Tg4, Tg5, Studio Aperto, TgCom) - tutte le edizioni - Periodo dal 01-02-2006 al 28-02-2006.
Tab. 8 - Tempo di notizia, parola, antenna dei soggetti politici ed istituzionali nei Tg La7 - tutte le edizioni - Periodo dal 01-02-2006 al 28-02-2006.
Tab. 9 - Tempo di notizia, parola, antenna dei soggetti politici ed istituzionali nei Tg MTV - tutte le edizioni - Periodo dal 01-02-2006 al 28-02-2006.

Sommando i tempi complessivi di antenna dedicati alle principali formazioni politiche dei due poli, si evince quanto segue:

Polo di centro destra (tempo complessivo di antenna dedicato ai soggetti politici Casa delle Liberta', Alleanza Nazionale, UDC, Forza Italia, Lega Nord):
24 ore, 3 minuti, 26 secondi (49,13 % del totale).

Polo di centro sinistra (tempo complessivo di antenna dedicato ai soggetti politici L'unione, DS, La Margherita, Verdi, Udeur, SDI, PDCI, PRC, Italia dei Valori, L'ulivo, Radicali italiani - Lista Bonino, Rosa nel pugno):
22 ore, 51 minuti, 18 secondi (46,68 % del totale).

Quindi, in un mese, la differenza complessiva di antenna e' di 1 ora, 12 minuti e 8 secondi in favore del Polo delle Liberta' (ossia 2 lunghi minuti e 35 secondi al giorno in piu' rispetto al Polo di centro sinistra).

E' evidente che non c'e' equilibrio, si gridi allo scandalo ...

ps.
Il tempo di antenna e' la somma del tempo di notizia e parola.

pps.
Appena saranno pubblicati i dati relativi all'intero mese di marzo 2006 vedro' di analizzarli allo stesso modo e denunciare ulteriori eventuali disparita'.

Monday, March 27, 2006

Precisazioni.

Oggi l'Istat ha pubblicato i dati relativi a "La partecipazione al mercato del lavoro della popolazione straniera", relativi al periodo I - IV trimestre 2005; in sintesi emerge:

Occupati I^ trimestre 2005 (valori assoluti)

Occupati IV^ trimestre 2005 (valori assoluti)


Differenza (unita')


1.023.000


1.224.000


+ 201.000





I dati riguardanti la "Rilevazione sulle forze di lavoro", ottenuti scaricando il file Excel "Serie storiche principali indicatori" (worksheet "Tab3") pubblicato dall'Istat in data 21 marzo, mostravano la seguente situazione:


Occupati I^ trimestre 2005 (valori assoluti)

Occupati IV^ trimestre 2005 (valori assoluti)


Differenza (unita')


22.373.000


22.685.000


+ 313.000





Dal confronto emerge che l'aumento complessivo degli occupati (dal I^ al IV^ trimestre 2005) e' dovuto per il 64,2 % all'aumento degli occupati straneri (= 201.000 / 313.000 = 64,2 %).

Affermare che l'incidenza del 64,2 % sia dovuta interamente alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri credo che sia corretto soltanto nel caso in cui le 201.000 unita' fossero gia' tutte impiegate prima del 2005 e che siano state semplicemente regolarizzate nel corso del 2005.
In caso contrario, vuol dire che si sono verificate assunzioni nel corso del 2005 e quindi c'e' stato un effettivo aumento degli occupati anche tra la popolazione straniera.

[I due dati (1.224.000 e 22.685.000) mi sembrano confrontabili sia perche' entrambi si riferiscono al numero di occupati, sia perche', a pagina 3 del report di oggi entro il paragrafo "I principali risultati", si afferma che "Nel ... quarto trimestre 2005 l’occupazione straniera risulta ... pari a ... 1.224 mila unita' (il 5,4 per cento dell’occupazione complessiva...). Dividendo 1.224.000 su 22.685.000 si ottiene 5.4 %.]

Alla luce dei dati di oggi, appare corretta la precisazione dell'Istat contenuta nel report del 21 marzo (pagina 3): "Tale risultato (ossia + 158.000 unita', indicato come aumento degli occupati considerando la media del 2005 sulla media del 2004, ndletsfindthebar) ha risentito in misura considerevole della progressiva iscrizione in anagrafe dei cittadini stranieri regolarizzati.".

Nel post del 22 marzo, avevo espresso perplessita' perche', a quella data, l'affermazione non era supportata da alcuna evidenza.

Saturday, March 25, 2006

Pulci.

Con un po' di ritardo, leggo il Foglio di lunedi' 20 marzo 2006.
A pagina 3, "I giornali gli facciano le pulci...", da Ilsole24ore di giovedi' 16 marzo, a firma di Alberto Alesina.

"La campagna elettorale e' entrata nella fase cruciale. Con il dibattito televisivo tra Berlsconi e Prodi dell'altra sera...
Il numero di parole speso in questa campagna elettorale e' semplicemente stupefacente. Di fatti, invece, si parla relativamente poco. E quando lo si fa i fatti (o cosiddetti tali) sono descritti con una girandola di cifre buttate a casaccio o peggio ancora strategicamente "plasmate" non per chiarire le idee agli elettori ma per confonderle ancora di piu'...
...
I conduttori dei talk show dovrebbero sempre chiedere ai politici la fonte dei loro dati e il periodo di riferimento.
...
Ai politici vanno sempre richiesti confronti internazionali.
...
Dopo i duelli televisivi e dopo ogni importante talk show i quotidiani dovrebbero pubblicare un articolo di verifica delle cifre pronunciate dai politici in questi dibattiti..."

Pero', qualcosa si muove.

Wednesday, March 22, 2006

Comun Istat

Il post del 14 marzo 2006 citava, tra gli altri, i dati riguardanti il reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente.
In particolare, tra 2004 e 2005, la tabella mostrava un aumento del reddito da € 32.646 a € 33.583, pari ad un incremento percentuale del 2.87% (arrotondamento 2.90%).

Il 16 marzo 2006, quindi due giorni dopo il post, l'Istat ha pubblicato il report relativo agli "Indicatori trimestrali su retribuzioni lorde, oneri sociali e costo del lavoro nell’industria e nei servizi"; il report e' reperibile al seguente indirizzo: Retribuzioni di fatto e costo del lavoro.

A pagina 2, nella sezione "Retribuzioni lorde", al secondo capoverso si legge:

"Nel confronto tra la media del 2005 e quella dell’anno precedente le retribuzioni per Ula sono aumentate nel complesso dell’industria e dei servizi del 2,8 per cento".

Riporto comunque per intero la sezione "Retribuzioni lorde", nella quale non compare alcun dato negativo:
"Nel quarto trimestre 2005 le retribuzioni lorde per unita' di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula) hanno registrato nella media del complesso dell’industria e dei servizi un aumento tendenziale (ovvero rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) del 3,0 per cento. Al netto degli effetti stagionali, l’incremento congiunturale (rispetto al trimestre precedente) e' risultato dello 1,0 per cento.
Nel confronto tra la media del 2005 e quella dell’anno precedente le retribuzioni per Ula sono aumentate nel complesso dell’industria e dei servizi del 2,8 per cento.
Il tasso di crescita tendenziale delle retribuzioni per Ula nel quarto trimestre del 2005 e' stato del 2,4 per cento nell’industria e del 3,6 per cento nei servizi. Al netto degli effetti stagionali, l’incremento rispetto al trimestre precedente e' stato dello 0,7 per cento nell’industria e dell’1,0 per cento nei servizi.
Il tasso di crescita annuo delle retribuzioni nel 2005 e' stato minore nell’industria (piu' 2,3 per cento) che nei servizi (piu' 3,1 per cento).All’interno del settore industriale, le retribuzioni per Ula hanno segnato l’incremento tendenziale piu' marcato nel settore delle estrazioni di minerali (piu' 5,7 per cento), dove in alcune grandi imprese sono stati erogati consistenti incentivi all’esodo.
All’interno del terziario, la crescita delle retribuzioni piu' elevata si e' registrata nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria (piu' 5,4 per cento in termini tendenziali)".


Ora, a parte la congruenza (eheh) tra il 2,87% riportato nel post del 14 marzo ed il 2.8% pubblicato dall'Istat il 16 marzo, non mi pare di ricordare che televisioni e giornali abbiano dato adeguata diffusione al comunicato dell'Istat.

Mi chiedo la ragione. Mentre cerco di spiegare a me stesso il perche', un lampo ("A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca"): sara' stato perche' non si poteva in alcun modo "orientare" l'informazione (una spintarella qua, uno sgambettino la')? Sara' stato perche' era proprio impossibile, pur scavando, trovare un dato che non andasse? Sara' stato perche' si sarebbe dovuto fare un plauso al Governo?

E mentre mi pongo queste domande, senza trovare risposta ed ostinandomi ad allontanare i lampi diabolici che mi zampillano in testa, ad un certo punto mi ricordo di ieri: ieri e' stata diffusa la "Rilevazione sulle forze di lavoro", sempre da parte dell'Istat.
Risultati: aumento dell'occupazione pari a 0.7% (media del 2005 rispetto allo scorso anno), ossia circa 158.000 posizioni lavorative in piu', ossia contratti di lavoro tra una persona fisica e un’unita' produttiva (impresa), finalizzato allo svolgimento di una prestazione lavorativa contro il corrispettivo di un compenso (retribuzione).

Se non ricordo male, giornali e televisioni hanno dato ampio risalto all'informazione; pero', ora ci penso bene ho notato un certo prodigarsi nell'informare che: (i) si', in effetti il dato puo' sembrare positivo, ma il risultato risente degli effetti della regolarizzazione dei cittadini stranieri (elemento citato anche all'interno della nota Istat, senza tuttavia fornire un peso percentuale); (ii) si', e' vero, il numero di occupati e' aumentato, ma al Sud, per quanto riguarda le donne, e' diminuito; (iii) si', e' vero, il tasso di disoccupazione e' diminuito, ma perche' sono aumentati gli inattivi, cioe' quelli si sono scoraggiati e non cercano piu' lavoro.

Sono piu' tranquillo: anche stavolta i dati fanno schifo!

Tuesday, March 21, 2006

Voi siete qui.

elezioni 2006 IO sono qui E TU dove sei?

Gastronomi

"[..] le prerogative del gastronomo [...] partono dall'allenamento della sensorialita' personale per gustare [...]"

"Non si puo' diventare gastronomi soltanto leggendo libri: bisogna praticare, incuriosirsi, cercare di leggere la realta' con i sensi e venendo a contatto con il maggior numero di diversita' possibile [..]. Non si puo' diventare gastronomi nemmeno frequentando solo i ristoranti: bisogna conoscere i contadini, chi produce e trasforma il cibo [..]"

Da "Buono, Pulito e Giusto" di Carlo Petrini.

Monday, March 20, 2006

Sunday, March 19, 2006

Gini in Chiesa.

Gini si e' sposato.
Quote of the day: "Marriage is based on the theory that when a man discovers a particular brand of beer exactly to his taste, he should at once throw in his job and go to work in the brewery" (George Nathan).

Pasteggiato a Saint Hubert Blonde d'Abbaye.
Dalle 17.00 in poi solo Veuve Cliquot.

Friday, March 17, 2006

Del gravame sui redditi degli italiani generato dal prezzo della benzina.

Come al solito ci fidiamo solo dei dati.

Sul portale ACI e' disponibile l'"Annuario statistico 2005. Sintesi statistica, su un ampio arco temporale, dei dati sulle iscrizioni e radiazioni dal PRA, i passaggi di proprieta', la consistenza del parco veicoli, produzione ed import/export, costi di esercizio ed oneri fiscali". I dati sono disponibili anche in formato Excel.

Nota informativa a pag. 11: "Con questa pubblicazione l’Automobile Club d’Italia, in quanto soggetto del Sistema statistico nazionale (SISTAN), fornisce agli addetti ai lavori un contributo per una reale conoscenza
del fenomeno che influisce in modo determinante sui sistemi economico/sociali di tutti i Paesi a motorizzazione avanzata: lo spostamento di persone e merci."

E sull'affidabilita' dei dati dovremmo essere tranquilli.

Analizziamo i contenuti.

L'Appendice C, dedicata ai "Prezzi e consumi del carburante in Italia", riporta i consumi di carburante in Italia per mese, suddivisi tra benzina senza piombo, gasolio e metano.

Trascurando il metano, vista la scarsa incidenza percentuale, si rileva che, nel periodo 2001-2004, le tonnellate di benzina e gasolio consumate sono aumentate complessivamente del 15% (da 33.390.000.0000 a 38.394.000.000 chili di carburante, tabella C.1 e seguenti, pag. 170 e seguenti).

Ho quindi moltiplicato l'aumento annuale di benzina e gasolio per il prezzo medio annuale del carburante (€ per litro) (fonte: "Prezzi medi annuali del carburante in Italia", tabella C.15, pag. 178).

In questo caso ho adottato una semplificazione. Il dato riferito al consumo di carburante e' in chili, mentre il suo prezzo e' in € al litro. Poiche' il peso specifico della benzina e del gasolio e' inferiore a 1, questo significa che un litro di carburante pesa meno di un chilo. Poiche' i pesi specifici sono diversi a seconda del tipo di carburante, ho applicato una costante pari a 1,25 litri di carburante per chilo (quindi un peso specifico pari a 0,8).

Ho suddiviso il risultato della moltiplicazione (tra l'aumento annuale del prezzo del carburante ed l'aumento del suo consumo) per il numero medio di autovetture per abitante (2002: 0,7405; 2003: 0,7599; 2004: 0,7577). Il numero medio di autovetture per anno e' stato ottenuto dividendo: (a) dato per la consistenza totale del parco veicolare / (b) popolazione italiana [fonte (a): "Consistenza del parco veicolare suddiviso per categoria", tabella III.1; fonte (b): popolazione considerata costante nel periodo 2002-2004, pari a 58.000.000, tabella III.38 a pag. 94, tabella III.25 a pag. 84].

Il risultato dei calcoli porta ad affermare che l'aumento annuo (periodo 2001-2004) della spesa per carburante per detentore di autoveicolo e' stata pari a € 44,13 (per un totale di € 132,47 in tre anni).

Concludo con una riflessione.

I 44,13 Euro per anno non saranno certamente pochi, e l'utilizzo dell'auto e' cosi' essenziale che probabilmente non si puo' limitarne l'utilizzo (per recarsi al lavoro, affrontare emergenze, andare in ferie, etc.).

Tuttavia, qualora un paese sia educato ad avere la schiena dritta e si trovi in un periodo di crisi o recessione, con il prezzo del carburante in crescita, probabilmente contrae l'acquisto di auto di grossa cilindrata per far fronte alle necessita' contingenti.


Cosa accade invece in Italia? Dallo stesso report citato (tabella III.31, pag. 89, relativa alla "Consistenza del parco veicolare. Autovetture per classi di cilindrata e alimentazione"), si possono evincere, sempre in riferimento al periodo 2001-2004 i seguenti dati (normalizzati a 100):

Cilindrata da 0 a 800 cc.: diminuzione del 21,6%.
Cilindrata da 801 a 1200 cc.: dimunizione del 12,5%.
Cilindrata da 1201 a 1600 cc.: aumento del 1,2%.
Cilindrata da 1601 a 2000 cc.: aumento del 18,0%.
Cilindrata da 2001 a 2500 cc.: aumento del 18,9%.
Cilindrata oltre 2501 cc.: aumento del 58,3%.

E qui la domanda. Parte dell'aumento di 44,13 Euro l'anno per il carburante dipende forse dal fatto che abbiamo auto di cilindrata superiore rispetto al passato, che quindi hanno maggiori consumi?


Dimenticavo un'altra riflessione.

Sempre lo stesso paese di prima, quello con la schiena dritta, se attraversa realmente un periodo di difficolta' forse e' portato a contrarre i consumi in settori non primari o essenziali.

Allora, come mai in Italia il consumo nei servizi di telefonia mobile (escluso l'acquisto di apparecchi) e' aumentato del 9,5% nel 2004 (rispetto al 2003), arrivando a € 250 l'anno per singolo abitante (58.000.000)?

Wednesday, March 15, 2006

The heat.

La tentazione del commento sul confronto televisivo Berlusconi - Prodi (il giorno successivo alle partite della nazionale di calcio ci sono 57 milioni di commissari tecnici, il giorno dopo il confronto televisivo ci sono 57 milioni di giornalisti).

Riflessioni sulla metodologia (secondo me).

1.
Tra le tante regole codificate per l'incontro, dovrebbe essere rispettata anche quella di rispondere alle domande formulate dei giornalisti. E l'inizio di una nuova risposta non puo' essere il completamento di un punto precedente sul quale si vuole avere l'ultima parola.

2.
Il minuto di replica e' inutile; porta a ripetere concetti gia' espressi.

3.
Come dice Gunny: "Le regole americane dei confronti non si possono applicare ai nostri politici / giornalisti. Li' essere stringato, semplice, politically correct te lo insegnano da quando sei bambino. Impararlo in pochi giorni e' impossibile.".


Riflessioni politiche (secondo me).

1.
L'esito dell'incontro non spostera' i voti degli indecisi, ne' portera' alle urne chi ha deciso di non votare.

2.
Tale riflessione e' rafforzata dal fatto che Berlusconi e Prodi non si siano espressi con chiarezza quando Sorgi ha cercato di far emergere posizioni nette dei candidati in riferimento ad ampie porzioni dell'elettorato: gli antiamericani (e/o gli antimilitaristi, i pacifisti, etc.) nell'accenno alla concessione delle basi di Aviano in caso di eventuale risoluzione militare della crisi iraniana; le donne in relazione alla domanda sulle quote rosa.

3.
Sono emersi chiaramente due diversi modi di rapportarsi alla politica: da una parte un politico navigato (ministro dell'industria nel governo Andreotti nel 1978, presidente dell'IRI, presidente della Commissione Europea, etc.) che punta sulla mediazione e sul buonsenso per poi rivestire i panni del dirigista perche' "ad un certo punto si deve decidere"; dall'altra un imprenditore prestato alla politica che finge di piegare, dissimulando malamente, la propria view aziendalistica e di leader (decisionismo, approccio sistemico, ricorso ai dati ed alle percentuali di stato avanzamento lavori, etc.) alle logiche del Palazzo, parlando di ampio ricorso alla concertazione con le parti sociali quando e' il primo a non crederci fino in fondo.

4.
Emerge chiaramente una matrice ideologica anticomunista in Berlusconi; non e' stata altrettanto chiara quella di Prodi (il perche' e' spiegato al punto 3). Credo che molti elettori del centrosinistra si siano ritrovati ad incitare Prodi davanti alla tv, proprio come un ciclista in salita, con l'urlo di Nanni Moretti ("di' qualcosa di sinistra").


La strategia (secondo me), la parte piu' divertente.

Ritengo sia stato un errore per Berlusconi rincorrere Prodi per il duello tv, rinunciando addirittura alla conferenza di fine legislatura. Ricordo che il Governo di centrosinistra non vi rinuncio'. Il 13 aprile 2001, ci fu la Presentazione del Rapporto sui cinque anni di Governo dell'Ulivo (con Fassino, Amato, D'Alema e Rutelli): Rapporto all'Italia - Cinque anni di governo del Paese (Roma - Camera dei deputati - Sala del cenacolo).
Berlusconi, da latin lover qual'e', non ama farsi corteggiare, ma e' lui a prendere l'iniziativa.

Riporto le dichiarazioni di D'Alema, riconosciuto stratega, in un'intervista di Massimo Giannini per La Repubblica il 27 aprile 2001:

Giannini: "Torniamo a Berlusconi: anche lei crede che sfugga al confronto in tv con Rutelli perche' e' in fuga e ha paura di perdere?"
D'Alema: "Non c'e' dubbio. Rifiutare il confronto e' una scelta grave, che conferma l'estraneita' di Berlusconi dalle regole della civilta' politica..."
D'Alema: "... Berlusconi deve confrontarsi davanti agli italiani con Rutelli. Se non lo fa si gioca una parte della sua credibilita' politica e personale".

(Intervista reperibile sul sito di D'Alema)


Il gioco delle pagelle (secondo me).

1.
Molti, tra cui i giornali che hanno espresso il proprio gradimento per il centrosinistra, hanno dichiarato che, di tanto o di poco, Prodi ha prevalso. Anche i sondaggi SWG dicono che Prodi sia piaciuto piu' di Berlusconi. Ovviamente, in questo caso, sono sondaggi piu' affidabili di quelli di PSB...
Credo che sia un effetto dettato dalle aspettative. Ci si aspettava che Berlusconi fosse piu' convincente di Prodi e questo non e' emerso con chiarezza.
Ma non poteva emergere perche' non c'e' stato un raffronto diretto; c'e' stato un colloquio insipido, mediato, confinato entro "chinese walls" e riprese di tre minuti. Proprio come la boxe.
Solo che, rispetto alla boxe, nei tre minuti di ogni round i contendenti non se le danno per procura, non fanno a pugni stando a due metri di distanza, se le danno direttamente di santa ragione.

2.
Perche' Berlusconi non e' sembrato brillante? E' come se Mc Enroe accettasse di giocare da fondo campo contro Lendl, senza mai avvicinare la rete, senza poter ricorrere alle volee oppure agli smash.

Friday, March 10, 2006

Aglio rosso.

Da "Vie del Gusto - La rivista italiana di viaggi, vini e sapori", marzo 2006, pag. 105.

"Aglio story. Ieri e oggi. Tra faraoni, vampiri, legionari e schiavi, aneddoti e vicende culinarie dell'ortaggio odoroso piu' indispensabile e scomodo della Storia. Ma anche piu' salutare." - di Barbara Faenza.

L'articolo, alle pagg. 108 e 109, cita "I migliori bulbi d'Italia"; tra gli altri:

"Aglio rosso di Sulmona:
Si coltiva da secoli nella Valle Peligna, in provincia di L'Aquila. Ha teste molto grandi di colore bianco porcellana con 9 - 12 spicchi rivestiti di una tunica rosso vino. Ha sapore e odore particolarmente intensi. E' confezionato in trecce formate da 54 teste disposte su due file. I boccioli dei fiori sono usati per il consumo fresco oppure per la preparazione dei tipici "Crastatelli sott'olio".
Info: Azienda agricola Ernesto & Domenico Ciavattone, tel. 0864212007, www.agliorossodisulmona.com".

Consigli

Dal Corriere della Sera di oggi, i consigli per Prodi sul confronto televisivo con Berlusconi.

Appare appropriato quello di Ghezzi: "Provi a capire le ragioni di Berlusconi e di chi l'ha votato. Smontandole con passione pacata. Se puo', alla fine lo abbracci e dica almeno una cosa utopica che non dipende dal conto in banca."

Finalmente.

Wednesday, March 08, 2006

The poorest guy in the room.

Sempre a proposito della verita' assoluta "Gli italiani stanno diventando poveri".

Non tr vando pi ' neanc e le let ere per scr vere, vedia o se le cifr aiuta o a f re chiar zza.

Analizziamo il comunicato stampa dell'Istat, datato 1 marzo 2006, relativo ai conti economici nazionali anni 2001-2005, disponibile insieme alle serie storiche in formato Excel presso il sito dell'Istat.

Il documento in oggetto, a pagina 20, nella Tavola 12, riporta le "Unita' di lavoro dipendenti per attivita' economica"; lo stesso dato e' reperibile nel file Excel al worksheet "Tavv. 10-13". Ripilogo solo i totali:


Anno

Unita' di lavoro dipendenti (media annua in migliaia)


%


Variazione assoluta (migliaia)


2001


16.653,8


-


-


2002


16.958,3


1,83 %


304,5


2003


16.992,3


0,20 %


34,0


2004


16.998,1


- 0,02 %


- 4,2


2005


17.213,1


1,32 %


225,0



Totali


3,36 %


559,3




Nella Tavola 14 di pagina 21 (oppure worksheet "Tavv.14-17"), sono invece riportati i "Redditi da lavoro dipendente per attivita' economica". Anche qui ripilogo solo i totali:






Anno

Redditi da lavoro dipendente (milioni di €)


%


Variazione assoluta (milioni di €)


2001


493.295


-


-


2002


516.010


4,60 %


22.715


2003


536.230


3,92 %


20.220


2004


554.202


3,43 %


18.372


2005


578.236


4,26 %


23.634



Totali


17,22 %


84.941





Ora, supponendo (logicamente) che per i due dati la base di calcolo sia la medesima, possiamo dividere i redditi da lavoro dipendente per le unita' di lavoro dipendenti (normalizzando i milioni e le migliaia di € in cui sono esperesse le tabelle); in tal modo dovremmo ottenere il reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente.



Anno

Redditi da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente (€)


%


2001


29.621


-


2002


30.428


2,73 %


2003


31.557


3,71 %


2004


32.646


3,45 %


2005


33.593


2,90 %


Variazione


+ 3.972


+ 13,41 %




Quindi, se le condizioni sono rispettate, il reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente e' aumentato di € 3.972 (13.41%) nel periodo 2001 - 2005.

Inseriamo un ulteriore elemento.

Analizziamo l'indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita', al lordo dei tabacchi, diffuso dall'Istat il 22 febbraio 2006; anche in questo caso e' disponibile la serie storica in formato Excel presso il sito dell'Istat.

Il documento in oggetto, nel worksheet "Tabella 6", riporta l'"Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita', al lordo e al netto dei tabacchi". Ripilogo solo i totali al lordo dei tabacchi (ovviamente piu' alti di quelli al netto dei tabacchi):

Anno

Indice dei prezzi al consumo compresi i tabacchi (1995=100)


%


2001


116


-


2002


119


2,50 %


2003


122


2,69 %


2004


125


2,21 %


2005


127


1,92 %


Variazione



+ 9,66 %





Ora dovrebbe essere possibile effettuare una comparazione tra l'aumento del reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente e l'aumento dell'indice dei prezzi al consumo.

Anno

Differenza % tra aumento del reddito da lavoro dipendente e indice dei prezzi al consumo(compresi i tabacchi)


2001


-


2002


0,22 %


2003


1,02 %


2004


1,24 %


2005


0,97 %


Variazione


+ 3.75 %



Il confronto mostra che, fatte salve le ipotesi iniziali (medesima base di calcolo per unita' di lavoro dipendenti e relativo reddito), il reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente e' aumentato piu' dell'indice dei prezzi al consumo per tutti gli anni dal 2001 al 2005.
Precisazione 1, direttamente da una nota nell'Istat del 1 marzo 2006.
"... le unita' di lavoro a tempo pieno (ULA) si possono riferire al lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno, oppure alla quantita' di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, al netto della cassa integrazione. L’unita' di lavoro non e' dunque legata alla singola persona fisica ma si riferisce convenzionalmente a una quantita' di lavoro standard a tempo pieno definita dai contratti nazionali."


Precisazione 2.
Non ho trovato (opuure non sono state rese note) le revisioni delle stime del PIL ai valori concatenati (anno di riferimento 2000); il documento relativo ai conti economici nazionali anni 2001-2005 contiene solo quelle ai valori correnti. Tutte le cifre ufficiali fanno riferimento a quelle a valori concantenati, a parte il rapporto tra debito pubblico e PIL (a valori correnti).
Sarebbe interessante verificare le cifre, anche in relazione al post del 27/12/2005 che richiama l'editoriale del Foglio dello stesso giorno ["2005 in cifre, belle e brutte. Ci sono numeri strombazzati (l'inflazione) e dati sottaciuti (il nuovo pil)"].
Intanto, per il PIL ai prezzi correnti, a pagina 4 del documento relativo ai conti economici nazionali anni 2001-2005 si legge:
"Gli effetti della revisione sui livelli degli aggregati a prezzi correnti.
La rivalutazione del Pil a prezzi correnti oscilla fra il 2,5 per cento del 2001 e il 2,8 per cento del 2004 (Prospetto 3)" (aggiungo: in aumento).

Monday, March 06, 2006

Cena.

Cena al ristorante Sotto la Mole, Torino.

Culatello con focaccia tiepida.
Minestra di legumi.
Carre' di agnello in crosta di grissini.
Tortino al cioccolato Valrhona.

La scquola.

Il 27 febbraio 2006 e' comparso un articolo on-line, sul sito di Repubblica, intitolato: "Tutti i numeri della scuola, quattro anni di gestione Berlusconi. Ecco il bilancio di cinque anni di applicazione del modello Moratti: diminuiscono i fondi e i docenti mentre gli istituti privati sono piu' ricchi e privilegiati".

L'articolo non cita con precisione le fonti dei dati, a meno di un vago "e i dati Ocse oggi lo dimostrano ampiamente", affermazione diretta di un pedagogista intervistato.
L'articolo comincia cosi':
"Il governo Berlusconi lascia una scuola statale piu' povera e precaria."

Analizziamo i dati ufficiali a disposizione, ricorrendo come sempre alle fonti piu' attendibili, secondo me in questo caso il Ministero della Pubblica Istruzione.
Il report denominato "La scuola in cifre" (anno 2005, contenente dati aggiornati al 2003 ed al 2004), disponibile presso il sito del Ministero della Pubblica Istruzione, afferma alla pagina 2 della Sezione 1, dedicata alle Risorse (la spesa per l'istruzione scolastica, le scuole, il personale):

Titolo: Aumenta la spesa per l’istruzione
"Nel 2003 l’intervento pubblico in istruzione, formazione e ricerca universitaria e' stato di quasi 65 miliardi d’euro (+3,8% rispetto al 2002); di questi oltre 50,5 miliardi sono andati a favore della scuola con un incremento del +5,6% rispetto al 2002. L’incidenza complessiva rispetto al PIL si e' attestata intorno al 5% con un lieve aumento rispetto all’anno precedente.
Nell’ultimo decennio la spesa nel settore della scuola e' andata diminuendo fino al 2000, anno in cui con 43 miliardi di euro ha toccato il minimo con il 3,4% sul PIL. Nel triennio 2001-2003 la spesa si e' stabilizzata su livelli piu' alti ai quali hanno contribuito in particolare, nel 2001 e 2003, i rinnovi contrattuali giunti a definizione in quegli anni."

Quindi, i dati ufficiali sembrano affermare il contrario. Riprendo testualmente: "... la spesa nel settore della scuola e' andata diminuendo fino al 2000, anno in cui con 43 miliardi di euro ha toccato il minimo con il 3,4% sul PIL."
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L'articolo continua:

"Secondo il pedagogista Benedetto Vertecchi "in questi anni e' cambiata la linea di sviluppo del sistema scolastico italiano: fino al 2000 era di tipo solidale: la preoccupazione principale era di non determinare eccessive differenze fra le classi sociali. Per questo - continua il docente universitario - si abbondava nel numero degli insegnanti alla scuola dell'infanzia e all'elementare. Lo scopo era di aiutare gli alunni con maggiori difficolta'". Con l'avvento del governo Berlusconi cambia la rotta: "Nel 2001 si fa avanti un modello di tipo competitivo di stampo inglese o americano. La riduzione della spesa comporta una specie di selezione naturale per i piu' deboli e condizioni di favore per i piu' capaci."

Ora, a parte il rimando alla rupe Tarpea, analizziamo come al solito i dati. Si continua a pagina 2 della sezione 1:
"Nel valutare la dinamica delle risorse destinate all’istruzione occorre, tuttavia, tenere presente il numero di giovani che partecipa al sistema scolastico e che influenza in modo decisivo gli stanziamenti complessivi. La spesa per studente, indicatore che neutralizza l’effetto delle variazioni nelle leve demografiche, delinea una tendenza parzialmente diversa. L’analisi evidenzia che, negli anni di calo della spesa sul PIL, la spesa per studente ha subito, in percentuale, variazioni negative piu' contenute, e, in alcuni anni (1996, 1998, 1999 e 2000) ha riportato variazioni positive.
In generale l’indice si caratterizza per un trend in crescita, con un aumento a prezzi costanti nell’ultimo decennio del 9,0%. Nell’ultimo anno in particolare, la spesa per studente registra un incremento sensibile dai 5.900 euro del 2002 ai 6.120 relativi al 2003 (+4%)."

"In ambito europeo, l’Italia e' tra i Paesi che dedicano piu' risorse all’istruzione scolastica. Per la scuola primaria e secondaria di I e II grado, la spesa per studente in rapporto al PIL procapite e' uguale al 34%, 7 punti percentuali in piu' della media europea (27%) e con un distacco ancora
maggiore rispetto a Paesi quali Germania (20%) e Regno Unito (24 %)."

Come "con un distacco ancora maggiore rispetto a paesi quali Germania e Regno Unito"? Ma il Regno Unito non sono gli inglesi, rispetto ai quali tende il nostro sistema di istruzione?
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Articolo:
"In compenso i precari - quelli che, loro malgrado, contribuiscono a rendere il sistema piu' instabile - sono aumentati del 26 per cento. In cattedra un docente su sette (122 mila in tutto, contro i 97 mila del 2001) e' precario."

Dati. Grafico a pagina 8 della Sezione citata.

Dall'anno scolastico 1999/2000 a quello successivo 2000/2001 (c'era il governo Amato), i docenti a tempo indeterminato sono cresciuti da 79.000 a 117.000 unita' (+48.1%).

Dall'anno 2000/2001 all'anno 2004/2005 (governo Berlusconi), i docenti a tempo indeterminato sono diminuiti da 117.000 a 107.000 unita' (-8.5%).
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Articolo:

"Quelli (i docenti) a tempo indeterminato sono oggi appena 709 mila e 800: 26 mila in meno di quattro anni fa."

Dati. Grafico a pagina 8 della Sezione citata.

Dall'anno scolastico 2000/2001 all'anno scolastico 2004/2005, c'e' stata una diminuzione di 1.000 unita' dei docenti a tempo indeterminato, da 699.000 a 698.000 (-0.14%).
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Articolo:

"Le sezioni piu' affollate in assoluto sono quelle della scuola dell'infanzia, con una media di 23,4 bambini per classe."

Dati. Pagina 7 della Sezione 2, gli Studenti.

"... numero medio di alunni per classe (si sta parlando di scuola primaria): da 18,1 nel 2002/2003 a 18,4 nel 2003/2004. Le regioni con classi piu' numerose sono la Puglia, il Lazio e l’Emilia Romagna, tutte con piu' di 19 alunni; la Calabria e il Molise hanno, invece, classi meno numerose: rispettivamente con 15,9 e 16 alunni."

Aggiungo i seguenti dati medi di alunni per classe (fonte Education at a Glance OECD Indicators 2005):

Scuola primaria pubblica (2003):
Regno Unito: 26,0.
Media OCSE: 21,4.
Italia: 18,0.

Scuola secondaria I grado pubblica (2003):
Regno Unito: 24,2.
Media OCSE: 23,6.
Italia: 20,9.
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Mi fermo qui, con una domanda, la solita.
E chi non ha tempo per verificare i dati dalle fonti ritenute ufficiali?

Sunday, March 05, 2006

Moseley.

Recensione di Laura Girmaldi, sull'inserto Domenica de Ilsole24ore, relativa al libro di Charles Willeford "Come si muore oggi", edito da Marcos y Marcos.
Avevo gia' comprato il libro, che sto leggendo. Il detective Hoke Moseley ha problemi tremendamente attuali, come il divieto di fumo all'interno del suo ufficio.
 
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