Friday, August 31, 2007

Un mostro di logica

Eccezionale lettera al Foglio di oggi da un lettore:

"Al direttore - Pochi mesi fa fece scalpore il video di un bambino Down picchiato dai compagni di scuola. Tutti pronti a stracciarsi le vesti di fronte alle violenze subite da quell’essere indifeso, a pontificare sul caso “bullismo” e sull’insensibilità di questi giovani di fronte alla povera creatura così dolce e simpatica. Oggi invece appare agli stessi normale che una donna decida di uccidere un bambino proprio perché Down. Ma allora fatemi capire, i bambini malati, vanno amati o eliminati?"

Non fa neanche un pieghina da sistemare con la formaldeide cinese.

Thursday, August 30, 2007

New words

(su segnalazione di Gunny)

Wordspy

Wednesday, August 29, 2007

Racconto a puntate. 1

(Stile Black Mask Magazine...)


Voci di dentro. Aria condizionata. Malessere diffuso.
Mi sento chiamare.
"Ehi senta signore".
"Non vedi che sono occupato merda siete tutti ciechi".
"Ma non c'e' nessuno signore con chi e' occupato si sente bene".
"Sto guardando un film western amico ecco quello che sto facendo".
"Qui non c'e' nessuna tv signore".
"Non chiamarmi signore sono jack per quel che posso e per chi mi conosce per il resto sono un disgraziato come te".
"Signor jack vuole una birra".
"Basta birra per oggi basta birra per oggi basta birra per oggi basta birra per oggi ...".

Mi alzai e vomitai indifferenza.
Colpa della nausea per le parole concentriche e di un buco nell'anima.
La cenere delle sigarette riempiva una scarpa, le birre il mio fegato.
Mi sfegai le mani sulla testa, venne via un po' di pelle morta.
Dovevo ricominciare a lavorare.
Stavo inesorabilmente peggiorando, e stavolta era accaduto prima del solito, neanche due settimane dall'ultimo incasso.
Non mi ero mai sentito male al primo contatto con la realta'.

Avevo trentasei anni, calvizie incipiente e una pancia non troppo prominente in rapporto alle birre, lo sguardo presumibilmente ancora intelligente, una macchina nera seminuova gia' pagata, nessun sentimento affettivo oggettivamente definibile, millantavo benessere nelle occasioni sociali.
Lavoravo a missione, pagato a success fee. Il termine l'avevo imparato dalla tv americana satellitare, che seguivo per tenere l'inglese allenato. Vuol dire: se ottieni il risultato becchi il grano, altrimenti filare a letto a pancia vuota.
Mi pagavano per fare il ficcanaso. Un lavoro rivoltante per la maggior parte dei padri di famiglia, ma io non lo ero, padre di famiglia intendo. E questo mi metteva a posto la coscienza. Non avrei lasciato bocche da sfamare.
La scelta di non avere una retribuzione garantita all'inizio del lavoro non era stata ovviamente mia, ma del mercato. Globale o parziale non faceva differenza, per me.
Alla fine comunque mi ci stavo abituando. E devo ammettere che forse non era poi cosi' male. Niente soldi subito, niente eccessi. Mi teneva in riga, sai che sballo.

Mi misi la giacca e uscii. Dopo uno slalom tra le pozzanghere, entrai in un bar e ordinai un caffe' per sistemarmi lo stomaco. Ci aggiunsi un malox e una sigaretta.
Tornai a casa per infilarmi sotto la doccia.

Si ripartiva.
Era ora di trovare un cliente. Quindi telefonai ai tre peggiori giornali della citta' e dettai la solita inserzione. Il prezzo per parola era aumentato dall'ultima volta. Quindi diminuii il numero delle parole, non che la cosa mi riuscisse particolarmente difficile in realta'.
"Indagatore privato, professionale e riservato. Tariffa: consistente, da corrispondere al termine del lavoro e solo in caso di successo. Lasciate un messaggio nella mia casella vocale, 9561, unicamente con il vostro numero di telefono. Non mi occupo di tentativi di divorzio."

Passarono due giorni inermi, forse anche per colpa del caldo umido, duranti i quali riuscii comunque a restare abbastanza pulito.
Al pomeriggio del terzo giorno ascoltai la mia casella vocale. C'erano due messaggi. Il primo apparteneva ad un uomo, forse sulla cinquantina, che mi chiedeva di portare dei documenti all'estero. La seconda era una donna, di cui non percepii l'eta' perche' riferi' soltanto alcuni numeri metallici: "tre uno quattro sette ...".
Scelsi ovviamente il secondo messaggio. Per richiamare non utilizzai apparecchiature che avrebbero potuto ricondurre a me. Scelsi uno dei rari telefoni pubblici, vicino alla stazione centrale, che apparivano integri.
Composi il numero e attesi il responso.
"Si"
Il monosillabo non mi consenti' un paragone adeguato con la voce di ascoltata qualche ora prima. Come al solito adottai l'approccio sicuro.
"Non ha la solita voce squillante che innervosisce. E non mi pare per nulla turbata, almeno non cosi' tanto da richiedere il mio intervento".
"Chi parla scusi".
"La chiamo in riferimento al suo messaggio nella mia casella vocale sono beh meglio non fare nomi al telefono mi perdoni".
"Lei si relaziona nello stesso modo in cui detta gli annunci mi pare".
"Non ci faccia caso le offro un drink prima di cena al Goodfellas indossi una gonna nera tenga nella mano destra un giornale e nell'altra un paio di guanti".
"Vuole suggerirmi anche l'intimo?"
"Basta che lo indossi e' una questione di igiene alle otto". E riagganciai.

Mi feci attendere qualche minuto, monitorando il panorama da dietro una macchina, non la mia.
Poi la vidi comparire. Carnagione e corporatura mediterranee, capelli corvini, eleganza sobria, foulard e borsa abbinati di Hermes.
La raggiunsi da dietro, chiedondole come stesse. Questo la fece sussultare.
La cosa mi diverti'.
"Dai suoi modi credo di sapere chi e' lei".
"Quindi possiamo saltare le presentazioni".

Poesia sul lavoro

Una sigaretta accorcia la vita di 2 minuti.
Una birra di 5 minuti.
Una giornata di lavoro di 8 ore.

Sunday, August 26, 2007

Cometa

Cometa

Ho pranzato con Alessandro, Alessandra, Serena.
Persone che hanno chiaro perche' vale la pena alzarsi al mattino.

Santiago al Quirinale

Visita della mostra "Santiago Calatrava - Dalle forme all'architettura" alle Scuderie del Quirinale.
Visto che ero a Roma, e la mostra avrebbe aperto alle ore 17.00, pranzo superbo da Roscioli.

Sunday, August 19, 2007

Poesia

Un uomo e una donna.
All’inizio. Lui sicuro, sereno, forte. Lei donna.
Le Dunhill KingSize da 20mg sono antibiotici del dolore. Si consumano senza rispetto, avvolgono le dita come Penelope e sua tela con Ulisse.
Ulisse Grant. L’Ulisse di Joyce.
Ulisse e’ un uomo solo. Contro il destino. Vuole tornare.
Di notte resiste, al dolore, alla violenza dei sensi, e’ piu’ possente delle sirene, onde che travolgono la vita. Non lo spossano, lo fortificano.
Ma di giorno.
Di giorno e’ accecato dal sole dell’esistenza.
Il calore freddo del vortice dei pensieri forma l’immagine di una donna, coscientemente niente per la sua anima, irrazionalmente immancabile.
Ancora solo, solo si ancora a qualcosa che non trova.
Cosi’ vaga tra gli interstizi del dolore, scoprendo anfratti bui della mente, dubbi e magre consolazioni, quelle che fortificano il vagabondo come un caffe’ di terza categoria dentro un bicchiere di carta, New York o Berlino che sia.
Ossia niente, il vago e silenzioso odore notturno della deriva, che anticipa, perche’ sensibile, la vita che si risveglia di mattina.
Ma e’ notte, incolore, e non puo’ godore dei veri sapori della vita mattutina che si sveglia, fluente tra i capelli delle donne pettinate per bene, tra i sorrisi davanti al bar ripulito dalle scorie della vita notturna, quando irreale ti coglie l’ansia di vuoto che riparte con il motore freddo, senza rispetto per i pensieri buoni.
Tutto e’ spazzatura fuori, perche’ vale la morale eterna del vincitore e del vinto.
Noi sappiamo tutto questo, altrimenti non ci faremmo cogliere da questi pensieri.
Li conosciamo, sappiamo intenderli e analizzarli, scientemente.
Quello che manca, dileguato tra i cordoni della borsa della notte, e’ il matrimonio che sentimento e ragione rifiutano.
Litigano, si accapigliano, fino a sfinirsi.
Questo porta alla notte ed all’eterno rimpianto di dolore senza suture.
Mesi di contorsioni, di finte, di fugaci gioie, di sguardi voraci, di tenera compresione, di amplessi tetri senza baci.
La mattina lo smarrimento, la sera la vertigine, la notte la perversione.
E un filo di amore.
Gridato, soffocato, riverso senza forze sul pavimento della vita, sollevato boccheggiante con un massaggio cardiaco per sopravvivere ancora una notte.
E poi torna buio.
Le Dunhill King Size bruciano senza sosta.
Ma controluce, il fumo azzurro dipana l’arcobaleno.
Speranza ragione disperazione abbandono gioia.
Solo ad una di voi l’arbitro di tante scazzottate alzera’ la mano.
Intanto le Dunhill King Size bruciano senza sosta.
E’ notte, com’e’ giusto che sia, ora.

Friday, August 17, 2007

Pranzo da Gino

Oooohhh!

Risotto con borragine e pecorino.
Agnello alla brace.
Un bicchere di cerasuolo Pasetti.

Preciso.

Resume

Montecarlo: giocata al casino' (roulette), percorso del circuito a piedi, relax alla spiaggia del Larvotto, aperitivo al Cafe' de Paris, cena alla discesa del Mirabeau in un posto da dimenticare.

Beauvallon s/mer: pranzo sulla spiaggia, pesce spada alla griglia.

Arles: cena a L'entrevue (spécialités marocaines et provençales).

Bayonne: cena a Le table de Joel, rimediata, le mie ganasce hanno assaggiato pietanze migliori.

Biarritz: sole alla spiaggia di Anglet.

Ondarria: puente nuevo di Calatrava.

Mundaka: playa di S. Antonio (dove si e' svolta la Billabong Pro Mundaka, la piu' grande gara di surf spagnola: "la leggenda di uno tra i piu' lunghi break per il surf su fondo sabbioso con un'onda sinistra, cioe' che si frange da destra a sinistra...", dalla Lonely Planet).

San Sebastian: cena al restaurante Pollitena (chorizo de Salamanca, jamon divino, lenguado a la plancha, dolce locale di cui non mi ricordo il nome, con crema); anche se ero tentato dal Kursaal Restaurant di Martin Berasategui, devo dire che la cena e' stata molto positiva.

Bilbao: Guggenhaim Museum e punte Zubi Zuri di Calatrava.

Pamplona: cena su Calle de la Estefata alla Meson Pirineo, nell'encierro.

Barcelona: Sagrada Familia, Torre Telecomunicaciones e Puente Bac de Roda di Calatrava, cena all'Organic (purtroppo domenica sera, molti posti chiusi, la barra di Cal Pep chiusa dal 3 agosto al 30 settembre ahime', qui i camerieri avevano la maglietta "Organic is orgasmic", mah...), Rambla, Barceloneta, Ciutat Vella.

Montpellier.

Salita al Moint Ventoux.

Aix-en- Provence: cena all'Amphytrion (sempre dalla Lonely: "Gestito da Patrice Lesne', che supervisiona con maestria le eleganti sale da pranzo con panchette rosse e il dehors in un chiostro quattrocentesco, e dall'appassionato Bruno Ungaro, lo chef che si reca al mercato tutte le mattine ..."); ho mangiato decisamente bene: una entree con jamon e vegetables, poi cordero annegato in un quasi brodo di verdure, delicatissimo.

Borghetto S. Spirito: cena discreta al ristorante Ostaia Ca' Da Manin, polipo con patate e olive taggiasche (buono), chitarrina con sugo di astice (pasta troppo cotta), meringa ai frutti di bosca (grandiosa).

4.600 km.

Seguiranno foto dei capolavori di Caltarava.

Saturday, August 04, 2007

Il Foglio su Macdonald

Su Il Foglio di oggi, sabato 4 agosto, pag. IV, articolo di Luca Rigoni:

"I detective di Ross Angeles
In California c'e' un misterioso autore canadese che scrive (in bilico) e da' parecchi cazzotti. Si chiama Macdonald, ritorna in Italia".

Cita i libri di RMD che saranno pubblicati nella collana Crimen di Hobby & Work.
Articolo molto incentrato sui paragoni letterari; paragoni anche con Chandler e Hammett, citati in una intervista del 1974 dallo stesso RMD:

"Molti hanno data per scontata la mia imitazione di Chandler, che naturalmente in parte e' vera, ma non avrei scritto in maniera molto diversa se Chandler non fosse esistito. Credo che Hammett sia un autore di prima grandezza, un grande autore, quasi. Chandler non appartiene allo stesso campionato. E' un ottimo scrittore, ma non penso che l'energia dei suoi libri possa durare tanto quanto quella di Hammett: e in effetti non dura".

Articolo archiviato per la futura consultazione di Gunny.
 
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