Sunday, January 27, 2013

Il Pescara di Zeman




Un libro abruzzese. Sincero, serio, riconoscente. Che non dimentica i dolori quando arriva alla gioia.
La prefazione è di Sacchi: "Zeman è una persona perbene e un grande allenatore, con sensibilità, passione e capacità didattiche come pochi.".
Un passaggio riporta un'impressione di Pep sul Boemo: "Zeman è un allenatore verso il quale nutro profonda ammirazione". Assoluta soddisfazione.

Piccola soddisfazione. Lestfindthebar ci aveva creduto fin dall'inizio:


Tuesday, January 22, 2013

Rubì

Che starebbe per rugby, nella pronuncia transalpina, in particolare a sud-ovest.
Il libro che parla del "rubì" si chiama "I racconti del rugby", di Henri Garcia, anno 1961, ma per fortuna riedito in italiano di recente da una casa editrice che va incoraggiata, la Possibilia Editore.
Le 12 storie di Garcia sono attualissime, e la narrazione - che prima ti placca sul libro come un pilone e poi ti fa volare come un tre-quarti ala tra le pagine - è il reseconto di quel meraviglioso spaccato del rugby francese di mezzosecoloXX, orgoglioso rivale d'Albione.
Le avventure di Pierre Danos, Robert Soro, Antoine Wisser, Amédée Domenech (il Duca), Michel Vannier, sono da leggendarie, e rappresentano i primordi di una stirpe di giocatori francesi da cui è nato il "rubì" champagne.
Chapeau.


Tuesday, January 15, 2013

La conversazione

 
Gene Hackman di altissimo livello.
Paranoico, scostante, individualista, solitario.
Un giovanissimo Harrison Ford ha la fortuna di essere a scuola di interpretazione, con Hackman sul set. 

Monday, January 07, 2013

Elegantoni

Dal fondo di una busta del negozio Iliprandi:
"Il vero gentleman puo' attraversare Milano riuscendo a passare inosservato".

Friday, January 04, 2013

I senza nome


Prima conversazione dopo 4 minuti e 17 secondi.
"Non hanno la parola facile", come un personaggio commenta all'interno del film stesso.
Il Maestro JP Melville è laconico, asciutto, essenziale.

Tuesday, January 01, 2013

Prezzolini e Berlinguer

Bisogna leggere entrambi, ed andare oltre i luoghi comuni che li decretano su fazioni contrapposte, perchè sia evidente la loro stessa idea di fondo: l'opinione comune su quella piaga che - da più di un secolo - rovina l'italia (con la i minuscola, perchè così è trattato il Paese), ossia la politica fatta in un certo modo.

Me ne sono accorto (con ritardo purtroppo) leggendo la storica intervista di Scalfari a Berlinguer, da scaturì la mai troppo seguita "questione morale", di assurda e pertinente attualità:

"I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune."

Prezzolini, molto tempo prima: "I ministri non sono scelti perchè persone competenti nell'agricoltura, nei lavori pubblici, nelle finanze, nelle poste e telegrafi, bensì perchè piemontesi, liguri, lombardi, toscani, siciliani, abruzzesi; o perchè appartenenti al gruppo a,b,c. Si è ministri non per quel che si è fatto, ma per il dialetto che si capisce, per il gergo parlamentare che si parla."

Adirittura identico il passaggio su corruzione e concussione.
Berlinguer: "Un'autorizzazione amministrative viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti."
Prezzolini: "In Italia non si può ottener nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto, ...".


Segno che le intelligenze e le interpretazioni delle vicissitudini del Paese sono le medesime, ed i mali pure. A 60 anni distanza: 1921 Prezzolini, 1981 Berlinguer.
Possiamo aggiungere altri 30 anni a questa triste storia con le medesima sceneggiatura? C'era una volta in Italia.

Milhattan

Capodanno a Milano, che vuole sembrare Manhattan con la nuova skyline, ma in realtà somiglia più ad un paesone.

Letteratura sportiva

L'ultima passione:
  • "Lost souls", di Christian Giordano. Dentro quelle pagine, dopo averli scoperti come un tesoro sommerso nell'asfalto, ho fintato, tirato, giocato pick&roll con Earl "the Goat" Manigault che si elevo' sopra Kareem, con Ray Lew che faceva piovere, e con chiunque avesse un posto per un play. La prefazione di Federico Buffa (che per fortuna non si stanca di raccontare storie di perdenti e vincenti, e di istruirci con iperbolici collegamenti prima sconosciuti) recita: "Conosco Lost Souls, perché conosco le lost souls. Se lo state per leggere è perché siete anche voi morbosamente attratti da chi è passato col rosso nella vita. O magari perché – se Dio vuole – le loro storie non si vedono su YouTube e ci costringono ancora a farsi immaginare". No blood no foul.
  • "Gli implaccabili", di Giorgio Cimbrico. Altre storie, regole sportive diverse - 40 punti contro un offload per un compagno a supporto - e lo stesso inestimabile valore di scoperta. Ma la prospettiva è diversa. Questi non si sono mai nascosti, hanno sempre mostrato il petto, non hanno mai preso una scorciatioia.Questi potevano starsene nella bambagia, come il principe Obolensky, ma preferivano fango e placcaggi, e non erano abbastanza. E allora non hanno fatto fatica a trasformali nei proiettili e pallottole di una Grande inutile Guerra.
  • "Props, Piloni", di Francesco Volpe. Un mondo a parte dentro un mondo già molto diverso dalle vicende sportive comuni. La prima linea, la trincea, la guerra. Quelli che trasportano i pianforti per farli suonare dai trequarti. Molti di loro sono passati o si sono formati a L'Aquila. Segno di una terra che insegna quel che gli riesce meglio.
 
free counters