Monday, November 28, 2005

Cena.

Cena al ristorante Sotto la Mole, Torino.

Culatello con focaccia tiepida.
Agnolotti al velo, ossia con olio a crudo, serviti su un tovagliolo in un cestino di vimini. L'interno degli agnolotti e' composto da arrosto di vitello, arrosto di maiale, riso e scarola.
Assaggio di formaggi vaccini della val di Susa, Raschiera d'alpeggio e Toma.
Insalata verde.
Tortino ai tre cioccolati.
Birra Pedavena.

Friday, November 25, 2005

USA e Palestina.

Verita' assoluta:

"Gli Stati Uniti d'America non aiutano la Palestina".

Fatti:

1.
Analizziamo gli aiuti umanitari degli Stati Uniti verso la Palestina (Fonte: Financial Tracking Services (FTS), Tracking Global Humanitarian Aid Flows; estrazione del 14-11-2005. Sito internet: FTS).

Dal 1-1-2005 al 14-11-2005, gli Stati Uniti hanno contribuito negli aiuti umanitari alla Palestina per un importo di 30.835.076 USD.

Gli aiuti fanno parte principalmente dei seguenti programmi: "World Food Program" (10.735.076 USD) e "United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East" (20.000.000 USD).

La cifra versata dagli Stati Uniti e' pari al 12% circa dell’importo complessivo del periodo, ossia oltre 270 milioni di dollari; tra i principali contributori: Giappone 32%, ECHO European Commission 18%, Stati Uniti 12%, Arabia Saudita 7%.

2.

Analizziamo il "Report of the Commissioner-General of the United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East. 1 July 2004-30 June 2005. General Assembly, Official Records, Sixtieth Session, Supplement No. 13 (A/60/13)" (Fonte: Sito UNRWA).

Per completezza, ricordo che l'UNRWA rappresenta "The United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA) ... established pursuant to General Assembly resolution 302 (IV) of 8 December 1949" (fonte: documento di cui al punto precedente).

A pagina 1 del documento si legge quanto segue:

"4. UNRWA operations are almost wholly funded through voluntary contributions
from Member States and other entities. The constraints posed by the unpredictability of funding over the medium term are lessened to a certain extent by the readiness of some of the Agency’s major donors to provide unearmarked funds to the UNRWA regular budget. The Agency’s 10 largest donors for 2004, who together provide almost 90 per cent of its current cash income, are, in descending order: the European Commission, the United States of America, the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland,
Sweden, Norway, the Netherlands, Canada, Switzerland, Japan and Italy."

A pagina 91, la tabella 11 riassume i dati relativi alle "Contributions by Governments and the European Community (in cash and in kind), 1 January 2004-31 December 2004, Actual receipts in United States dollars).

I dati della tabella riportano, per gli Stati Uniti d'America (Total 2004 contributions), una grandezza pari a 127.416.312 USD, pari al 28% delle contribuzioni complessive.

L'importo versato dagli Stati Uniti e' composto per il 66% da "regular budget", per il 31% da "emergency appeal" e per il restante 3% da "projects".

Opinioni.

Con riferimento al post di ieri (Podhoretz), ho riflettuto su questo punto: le discussioni e le opinioni politiche, da quelle che nascono nel bar sotto casa a quelle si sviluppano in consessi prestigiosi, risultano spesso basate su informazioni parziali, oppure non corrette, a volte addirittura inventate.

Questo accade per due ragioni: (i) per ingenua fiducia nelle notizie che recepiamo dai media, (ii) per precisa volonta' di inganno da parte degli interlocutori.

Le discussioni prevalenti che mi capita di affrontare, non avendo io incarichi istituzionali e prestigiosi, sono quelle “combattute” al bar, oppure cordialmente durante la cena al ristorante con gli amici.

Posso quindi assumere, generalmente e per semplicita', una assenza diretta di interessi tra gli interlocutori in merito ai temi trattati; di conseguenza, in tale ambito, la distorsione delle informazioni nasce probabilmente soltanto per pigrizia e assenza di curiosita', oppure per colpa della trincea ideologia, mascherando dietro un banale “l’ho-sentito-dire-dal-giornale-l’ha-detto-la-tv” l’assenza di una verifica diretta della fonte o, quantomeno, di approfondimento.

Il rischio, in quest’esclation di menzogna, e' che si giunga a comunicare per slogan, anche all’interno di quei prestigiosi consessi menzionati in precedenza, riducendo a teatrino il dibattito su temi importanti; la discussione vede prevalere, di conseguenza, chi manipola meglio le informazioni a propria disposizione, oppure chi padroneggia la retorica.

Come risultato finale, per uno dei due interlocutori, il tema di fondo si sposta dalla discussione dialettica, sia essa politica, etica, morale o religiosa, alla necessita' di legittimazione delle proprie ipotesi, specialmente quando queste divergono dal leit motiv comune.

Vorrei quindi, nei limiti del possibile e come hobby, divertirmi a contraddire gli slogan e i luoghi comuni che la politica nazionale e internazionale propongono come verita' assoluta, tentando attraverso un approccio razionale la ricerca di una rappresentazione della realta' che risulti meno distorta possibile.

L'esercizio logico di lettura critica delle informazioni e' prodromico ad una discussione senza pregiudizi, evitando, oppure tentando di evitare, che gli eventi si trasformino, come troppo spesso accade, direttamente in opinioni distorte, precludendo la possibilita' di qualsiasi valutazione e analisi intellettuale.

Limito il piu' possibile i commenti, lasciando spazio soltanto ai dati.

Vale la regola che anche un solo dato contrario inficia lo statement.

Thursday, November 24, 2005

Contro l'ONU.

Qualche giorno fa ho terminato la lettura del libro di Christian Rocca: "Contro l'Onu. Il fallimento delle Nazioni Unite e la formidabile idea di un'alleanza tra le democrazie", casa editrice Lindau, collana "I Draghi".

Elenca una serie di dati incontrovertibili per sostenere l'ipotesi del titolo del libro, citando accuratamente le fonti. Difficile non essere d'accordo, al di la' di qualche eccesso nell'uso dei nessi logici che rischiano cadere nello strumentalismo.

Podhoretz, di cui ho cominciato a leggere "La quarta guerra mondiale: come e' cominciata, che cosa significa e perche' dobbiamo vincerla" (vedi post del Bandito, 27-01-2005), appare invece piu' maturo e pacato nella riflessione pur sostenendo, di fatto, posizioni molto radicali, interventiste ed ovviamente a sostengo della politica estera americana.

L'eccesso di foga, oppure l'eccessiva autorefenzialita', nell'esposizione dell'analisi rischia infatti di diventare controproducente, spostando l'attenzione dell'interlocutore dall'oggetto della discussione alla risposta all'aggressivita' verbale o documentale.

Ho notato questa differenza di atteggiamento tra Podhoretz da un lato, e Christian Rocca, Magdi Allam e Oriana Fallaci dall'altro.

Ne abbiamo parlato piu' volte anche noi ultimamente (cena a Pescara, serata a Liegi, etc.).

Fog of war.

Visto, in italiano, "The Fog of War".
Credo che McNamara sia una delle persone piu' capaci di cui ho sentito parlare.
Per quanto riguarda il film, il commento e' piu' che positivo.

Monday, November 14, 2005

Radical chic.

A proposito di Radical Chic.
Ho letto, meglio tardi che mai, l'omonimo libro di Tom Wolfe, dai cui e' scaturita la definizione.
Acuto, brillante, credo si possa definire satira, vera.

Thursday, November 10, 2005

The King of the conflict of interests.

Da Il Foglio.

The King of the conflict of interests - Bloomberg vince stravotato dai liberal, del conflitto non gliene frega niente

Il multimilionario Bloomberg e' stato rieletto sindaco di New York con 20 punti percentuali piu' del rivale Ferrer. Un risultato eccezionale, nella citta' piu' liberal dell’East Coast. Il plebiscito di sinistra e radical chic per il magnate del partito di Bush e' interessante per due motivi. Dimostra come la cultura civica e istituzionale degli americani sia superiore alla nostra e che il gap sara' colmato quando ci libereremo della sindrome da curva sud. Ma l’elezione di Bloomberg e' ancora piu' importante per la scomparsa dell’arma di propaganda della sinistra italiana: il conflitto di interessi. Un argomento che i liberal avevano usato quattro anni fa e che il 29 agosto 2002 il Conflicts of Interests Board di New York giudico' risolto nel momento in cui il sindaco si dimise dalle cariche manageriali, rimanendo mero proprietario. Bloomberg e' il fondatore e il proprietario della Bloomberg L.P., un gruppo che fornisce notizie e analisi finanziarie a banche e istituzioni. E’ proprietario di un’agenzia di stampa, di una radio e di una tv. E’ socio della Merrill Lynch e detiene quote di 85 societa' quotate. Ha obbligazioni milionarie della citta' che governa. Tutto cio' e' consentito e non e' tema di battaglia politica. La legge gli consente di non svelare con esattezza i suoi averi, tanto che ogni anno il suo portavoce fa vedere ai giornalisti solo per due ore una versione censurata della dichiarazione dei redditi. Il Conflicts of Interests Board gli ha concesso di occuparsi delle faccende che riguardano il valore delle sue proprieta': puo' condurre operazioni di vendita o di acquisto, anche parziale, delle sue attivita'. Ai radical chic di New York non gliene frega niente.

Wednesday, November 09, 2005

Cena.

Cena al ristorante L'Agrifoglio, Torino.

Zuppa di orzo e fagioli.
Scaloppa al rosmarino e nocciole, con costine olio e limone.
Ardbeg.

Monday, November 07, 2005

Cena.

Antico Forno Roscioli, Via Giubbonari 21, Roma.

Prosciutto e caciocavallo.
Bombolotti all'amatriciana.
Fondue di cioccolato al 70% con frutta.
Menabrea.
 
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