Friday, September 30, 2005

I soliti sospetti.

Rimanere affascinati dalla trama del film è il regalo che Bryan Singer, di professione regista, ha consegnato ad un pubblico attonito ed a Christopher McQuarrie, di professione scrittore.
Una trama ottimamente ricostruita sotto tutti i punti di vista e assolutamente difficile da interpretare almeno fino al colloquio tra Kevin Spacey e Chazz Palminteri, nell’ufficio della polizia di quest’ultimo. Dettagli di grande classe artistica si susseguono con apparente assoluta noncuranza.
Principesca è la figura di Gabriel Byrne, elegante e compito nel modo di recitare.
Benicio del Toro al di là di ogni paragone, sebbene questa interpretazione sia quasi un cameo, perfetto come in ogni suo film, compreso l’ultimo “Traffic”; qui è un delirante e sbalestrato Fred Fenster.
Kevin Spacey, nei panni di Verbal, incarna il suo ruolo come vorrebbe Stanislavskij. Chi non ha avuto poi una stretta al cuore quando ha visto improvvisamente riprendere la normale articolazione alle sue gambe? Un caratterista eccezionale, ruolo per cui nello strapagato star system americano c’è lo spazio che si merita.
Un po’ sottotono, sebbene la saga familiare possa contare su un altro valido partner, è Stephen Baldwin: la particina in “Nato il quattro luglio” ha tuttavia consacrato l’avvio della carriera di un buon attore.
Merita un dettaglio a parte Pete Postletwhite, attore inglese di lunga milizia, “Giuseppe” ne “Nel nome del padre”. Gli abiti di Kobayashi sembrano tagliati su misura da un sarto di Savile Row. È il risvolto tranquillo di Söse, nervi d’acciaio, tempra di titanio, impassibilità che solo un ottimo attore, english style, poteva interpretare.
La figura, ad ogni modo, assolutamente preminente è un’ombra, una figura che si dipana in ogni istante nel midollo delle vite dei co-protagonisti, Kayser Sose; li controlla, può farli agire secondo la sua volontà. Per alcuni è il diavolo in persona. Nessuno lo ha mai visto, se non qualcuno per qualche breve istante. Il magiaro. È talmente spietato da uccidere tutti coloro che avevano assassinato la sua famiglia, tutti quelli che avevano rapporti con chi aveva assassinato la sua famiglia, perfino doveva dei soldi a queste persone. Non sognatevi di notte Kayser Söse!!
Film godibilissimo come se vedono pochi, thriller senza averne l’aspetto, trampolino di lancio di un geniale Kevin Spacey, che ha un unico torto, quello di non poter replicare in apparenza tutta la sua cattiveria in prima persona, come in “Seven”. Anche lì, forse, avrebbe avuto bisogno di un alter ego, Kayser Söse appunto.

Thursday, September 29, 2005

Cena.

Cena al Ristorante L'agrifoglio, Torino.

Tagliolini con funghi porcini.
Assaggio di 6 tipi di formaggi.
Assaggio di budino con cioccolato Gobino.
Ardbeg.

Quando ho chiesto il whisky, il titolare ha detto, con fare complice: "Il suo solito cardiotonico arriva".

Wednesday, September 28, 2005

Cena.

Cena al Ristorante L'agrifoglio, Torino.

Antipasto di salumi misti, tra cui una salsiccia di carne cruda di vitello.
Risotto con i funghi porcini; secondo me, mantecatura con troppo parmigiano.
Assaggio di quattro tipi di formaggi di media stagionatura, tutti misti, con latte vaccino / caprino, di cui uno invecchiato nel barolo.
Dolcetto di Dogliani Vigna Dei Prey, Francesco Boschis.
Ardbeg.

A proposito di "Agnello agnello". Il titolare, mentre mangiavo il risotto, si e' avvicinato ed ha mormorato: "Fungo fungo".

Tuesday, September 27, 2005

Cena.

Cena da Dunne & Crescenzi, S. Fredrick St., Dublin.

In realta', Dunne & Crescenzi hanno due locali attigui: la sola differenza riguarda i piatti caldi, serviti soltanto al 14.
In quello che non serve piatti caldi, c'e' un'ampia dispensa in cui trovano posto prodotti italiani in vendita quali pasta De Cecco, sughi e oli.
Tornando alla cena, nel primo locale: antipasto di caprese con mozzarella di bufala con ottimi crostini di pane caldo con olio, tagliere di affettati e sottaceti, da dimenticare.
Nel secondo locale: orecchiette con cime di rape e peperoncino, infine assaggio di tiramisu' e torta di fragole. Discreto.
Cannonau Tanca Farra' di Sella e Mosca.
Non tengono birra.

Monday, September 26, 2005

Fante e Bandini.

Corriere della Sera, sezione Letteratura Narrativa, pag. 29.

Articolo di Sandro Veronesi in occasione dell'introduzione al romanzo di John Fante "La strada per Los Angeles", in uscita per Einaudi Stile libero a cura di Emanuele Trevi (pagine 145, euro 11).

"Seduttore, bugiardo, razzista: il Fante che l'America censuro'".

"... L'Arturo Bandini che in questo romanzo sbuca fuori dal nulla in una botta di genio giovanile, che tipo e'? (...) Be', e' strepitoso. E' di gran lunga il piu' folle, schizofrenico, esilarante personaggio che sia mai comparso in un romanzo serio. Gradasso, ladro, bugiardo, lavativo, razzista, blasfemo, eppure calpestato da tutti: e' veramente strepitoso. E' l'Arturo Bandini in purezza, (...), un incontenibile sbocco di ormoni immerso nel cuore celiniano della miseria."

Cena.

Cena da Bang Cafe, 11 Merrion Row, Dublin 2.
Segnalato anche da Lonely Planet.

Cena morigerata e benedettina quanto basta.

Soup with vegetables.
Plain beef well done with mash potatoes.
Heineken servita in bicchieri cooled.
Bushmills.
Non hanno la Guinness.

Non ne sono entusiasta, ma neanche deluso, quindi niente recensione. Riporto quella del sito Foodnetwork.com:
"Bang Cafe, a contemporary trilevel space, is well suited to a cooking style that brings some unaccustomed flavors to more familiar Irish ingredients. The roasted Irish scallops with pancetta and mousseline potatoes are very good, as is the breast of Challans duck with potato cake, savoy cabbage and orange marmalade. A goodly number of excellent, but pricey, wines are listed."

Saturday, September 24, 2005

Mangiatoie. Hostaria dell'Arco.

“Una mangiatoia in duecento parole. Nutrimenti e dissetanti."

Hostaria dell'Arco, via Manlio d'Eramo 60, Sulmona.

L’accoglienza e’ quella solita, una mano aperta sul cuore che vi ringrazia della visita e vi trasmette un rassicurante “ora ci penso io, fidatevi di me”.

Le descrizioni di Aldo e Andrea sarebbero degne di un film anni ’70 ad episodi, magari diretto dal miglior Tognazzi, quello culinario: una signora risolve il suo mal di stomaco grazie ai fagioli “alla callarara”, ossia con salsiccia di fegato; il medico stimato esalta le qualita’ di “l’ambo e tuoni”, allusione al meteorismo generato da patate e fagioli, una minestra il cui gusto e' semplificato dalla presenza di una piantina selvatica simile alla mentuccia.

A richiesta, gli aneddoti si susseguono, in un ambiente amichevole da osteria di provincia.

Ma dobbiamo concentrarci su una zuppa impegnativa di gnocchetti fatti in casa con fagioli, da corroborare con una buona dose di peperoncino macinato “perche' solo quello macinato consente di assimilare la vitamina B1”, poi passiamo alle polpette di baccala' al sugo, al castrato “governato per undici mesi e mezzo”, agnello alla brace, frittata con gli orapi.

La filosofia sta nel cucinare qualcosa che in casa difficilmente si prepara, un piatto per cui valga la pena andare a cena fuori, riscoprendo sapori trascurati e alimenti difficili da reperire: “In dieci anni ho venduto 50 bistecche. Se proprio un cliente la vuole, gliela cucino, ma cosa pretende di trovarci di diverso da quella che cucinerebbe a casa?”.

I prezzi sono saggiamente garantisti, in tempi di PIL stabile.

Il vizio richiederebbe qualche birra in piu’ nel frigo e un paio di buone bottiglie di whisky nella dispensa.

Thursday, September 22, 2005

Mangiatoie. Checco er carettiere.

“Una mangiatoia in duecento parole. Nutrimenti e dissetanti."

Checco er carettiere, via Benedetta 10, Roma.

Pochi romani, ma tanti giapponesi e americani, che per fortuna sembrano aver dimenticato Pearl Harbour e Iwo Jima. E quindi fanno comunella gastronomica con spaghetti alla carbonara, abbacchio, coda alla vaccinara, involtini alla romana.

E’ una lotta impari, di una tradizione culinaria che vuole contrastare, senza essere apprezzata, la tecnologia digitale in bella mostra sui tavoli, e il futuro a portata di mano non le rende l’onore delle armi.

Quindi i nipoti di Checco si adeguano. Non ti raccontano dei formaggi che stai mangiando e da quale cominciare per non avvilire il palato. Ti servono una macedonia gelata di frigo e consigliano un tiramisu’ saturo di mascarpone.

Il mark-up sui vini, che mi porta a scegliere un Chianti Peppoli, ricorda i tempi del proibizionismo.

Le foto ingiallite alle pareti, memoria dei bei tempi andati, fanno spallucce e suggeriscono di concentrarmi sulle tagliatelle casarecce col sugo di carne, al dente, ottime, e poi digerire un pizzico di delusione con un sempiterno Laphroig.

Il tutto servito in abbondante quantita’, caratteristica che connota anche il conto.

Tuesday, September 20, 2005

8 e 1/2.

Prima puntata di 8e1/2 con l'Elefante e Lerner.

Mangiatoie. L'agrifoglio.

Inauguro oggi, vista la pressione di Gunny, la rubrica: “Una mangiatoia in duecento parole. Nutrimenti e dissetanti."

Proveremo a raccontare in concetti semplici dove siamo stati a cena.

Cominciamo con il ristorante L’Agrifoglio, via Accademia Albertina 38/d, Torino.

Un carrello di formaggi all’ingresso, tovaglie rosse a scacchi in tavola, grissini accatastati sul tavolo come la legna in giardino. Queste sono le prime immagini casalinghe de L’agrifoglio.

L’understatement curato e' confermato dal menu' scritto con calligrafia tonda e bambinesca, tipica delle scuole elementari, e dai due proprietari, che accolgono direttamente l’avventore, senza l’ausilio di camerieri con l’orecchino o i capelli unti.

La sola cosa che risalta, com’e' giusto che sia, e' la qualita' del cibo delle radici piemontesi, presentato senza fantasiose rielaborazioni che spesso malcelano ingredienti non freschissimi.

Porcini fritti, zuppa di orzo e fagioli, trippa all’arneis, fassone, carne cruda al coltello, agnolotti al plin. Tra i dolci spiccano quelli al cioccolato dell’ottimo Guido Gobino. Una cantina assortita di vini e whisky delle terre del nord (Scapa, Ardbeg, Lagavulin) aiuta a dissolvere i pensieri terreni lasciati in dote da una giornata di lavoro.

Ci vuole qualche visita per rendere il proprietario moderatamente affabile; addirittura, dopo qualche portata, azzarda: “Come si dice? Ora va meglio, no?“. E non si trasforma in orco vorace quando comunica il dispendio economico.

Ci sara' pure qualche lacuna? Si', il menu' non cambia molto di frequente ed il frigo delle birre e' pieno di ragnatele, metaforiche ovviamente.

E allora “Vinum bibant homines” (precetto della Scuola Salernitana).

Sunday, September 18, 2005

Sideways.

Ilsole24ore, inserto Domenica, pag. 45, Tempo liberato.

Davide Paolini, nella sua rubrica "A me mi piace", a proposito del film Sideways.

"La propaganda (e' il termine appropriato) contenuta in Sideways e' talmente smaccata da offrire la penosa immagine di un grande vino francese servito in un bicchiere di carta e di esaltare invece un pinot nero californiano quasi per schiaffeggiare i mitici vini di Borgogna. E guarda caso la cantina di Sanford, visitata dai due protagonisti nella contea californiana di Santa Barbara, produce fra le migliori etichette di questo rosso. E qui vive l'enologa Lane Tanner, mito degli appassionati appunto di pinot nero. Il film merita l'Oscar si', ma in nuova categoria: quello della "propaganda"."

Saturday, September 17, 2005

Cena e dopocena.

Cena al ristorante Cookes, Dublin.

Georgina Campbell dice che il ristorante serve "great breads (but not complimentary, and neither are the olives that have become de rigueur to begin this kind of meal), superb salads and fish cooking, and outstanding pasta dishes remain the strengths of this kitchen - good dessert and coffee too..."

Abbiamo chiesto tre "fillets of beef" e ne avevano solo due.
Ho chiesto il Bushmills, qualsiasi annata, e non c'era.
Avevano solo due tipi di birra, di cui una asiatica (a Dublino!), Tiger Beer.


Serata trascorsa in Dawson Street tra Ron Blacks e Cafe' en Seine.

Ecco le recensioni dei locali da parte del sito World's Best Bars.

Ron Blacks: "Large, loud and raunchy, the decor is very cool, with the upstairs lounge a kitschy cool homage to the 70s, with plenty of colourful sofas to lounge on and space to schmooze all the babes. The main bar downstairs gets crowded, with the cocktails poured by skilled staff a big draw."

Cafe' en Seine: "Cafe' en Seine was Jameson’s Pub of the Year, for 2002 and it’s easy to see why. This place was always special, but after a complete refurbishment it re-opened in 2002 to reveal a stunning new interior in an opulent art deco style, reminiscent of turn-of-the-century France. Highlights include a beautiful glass atrium with real 40ft trees, enormous glass lanterns, a Louis XIV bust, grand piano and a French Hotel lift running between the three floors of this spectacular bar. Even with such a grand space they still manage to retain a great atmosphere thanks to clever design and excellent jazz."

Staffa al Leggs di Leeson Street.

Pranzo.

Pranzo al ristorante Dunne & Crescenzi, al 14 di S. Fredrick St., Dublin.

Presente nella guida Bridgestone "100 best restaurants on Ireland", di Sally McKenna and John McKenna.

Bruschetta, focaccia, bresaola, tagliere di formaggi.

Gli ingredienti fondamentali (olio e formaggi) sono italiani.

Thursday, September 15, 2005

Cena.

Cena al ristorante Clarendon, Clarendon Street, Dublin.

Da non prendere la Lemon Tart, mentre e' ottimo il muffin al cioccolato con le noci.

Tuesday, September 13, 2005

Cena.

Cena al ristorante L'Agrifoglio, a Torino.

Ravioli di magro alle erbe.
Assaggio di quattro tipi di formaggi piemontesi; ovviamente i nomi non me li ricordo, sebbene li abbia chiesti ed abbia anche pensato, come Troisi: "si', si', mo' me lo scrivo". Comunque, uno era fatto con latte acido, c'era un vaccino ed un caprino.
Budino al cioccolato con cuore di gianduia di Guido Gobino.
Dolcetto.
Ardbeg.

Non c'e' niente da fare per la birra, ma si mangia decisamente bene.

Visto che ero a cena da solo, mi sono messo a leggere la guida di Raspelli (cfr. post Bandito del 05/01/26). Tra i ristoranti, cita Carmine e Beccaceci nel patrio suolo, a Siena e Trieste nessuno.

Monday, September 12, 2005

Cena.

Cena al ristorante Sotto la Mole, a Torino.

Lardo e culatello con focaccia tiepida.
Tajarin con zafferano, pomodoro fresco e mozzarella di bufala. Ottimi.
Assaggio di tre tipi di formaggi piemontesi (non mi ricordo i nomi, ma c'erano sicuramente un taleggio e un toma).
Birra Pedavena.

Il ristorante, come anche L'Agrifoglio, e' recensito a ragione nelle Osterie d'Italia 2005.

Sunday, September 11, 2005

Gini superiore.

Bandito: "Mauri', hai visto la foto all'inizio del sito?"
Gini: "Sce, quella e' quando stavamo al peket. Che e' molto alcolico? Ma a proposito, chi e' quell'americano che vi ha scritto all'inizio, prima della foto?"

Come Thompson.

Corriere della Sera, sezione Varie, articolo di Matteo Persivale: "Lansdale, la morte e' una Chevrolet nera. Viaggio nell' orrore di un gruppo di serial killer americani - Pagine da brivido: esce il romanzo piu' noir dell'autore texano".

La recensione riguarda l'uscita in Italia del libro di Joe Lansdale "Il lato oscuro dell' anima", traduzione di Umberto Rossi, editore Fanucci, pagine 287, € 13.

"... questo noir senza pieta' ... sarebbe piaciuto a Jim Thompson...".

Proveremo.

Friday, September 09, 2005

Langone su Romito.

Il Foglio.

Pubblicata, nella rubrica "Maccheronica. Guida palatale, inservibile ma preziosa", a cura di Camillo Langone, la recensione del "Ristorante Reale", di Niko Romito, a Rivisondoli.

"... una cucina ricca di ingredienti abruzzesi anche coraggiosi ... ma non altrettanto provvista di personalita'..."

L'ho fatta leggere a Gini.

Aperitivo e cena.

Aperitivo e cena al ristorante dell'albergo Exedra, a Roma.

Americano.
Carpaccio con crema di yougurt.
Ravioli di melanzane con panna.
Agnello in umido.
Birra on tap, con sommo sconforto, come al solito, di proprietari, maitre, camerieri... eheh

Thursday, September 08, 2005

Goodis. La fuga.

Finito di leggere "La fuga" (titolo originale "Dark passage"), di David Goodis.

Incalzante, ansioso, con frasi brevi e fughe nell'introspezione.

Nel 1947, tratto il film omonimo (titolo originale: "Dark passage") di Dalmer Daves, con Bogart e Bacall.

Cena.

Cena al ristorante L'agrifoglio, Torino.

Antipasto con prosciutto e salame piemontesi.
Zuppa d'orzo e fagioli.
Assaggio di quattro tipi di formaggi piemontesi, due caprini e due vaccini.
Non tiene birra.
Dolcetto d'Alba.

Wednesday, September 07, 2005

Cena.

Cena al ristorante Serendip, Torino.

Agnolotti al sugo di arrosto.
Tagliata di manzo.
Non tiene birra.
Morellino di Scansano.
Talisker.

Monday, September 05, 2005

Cena.

Cena al ristorante Eden, a Dublino.

Organic beef and guinness stew.
Birra Guinness.

Sunday, September 04, 2005

Allende.

Visto il film "Salavador Allende", di Patricio Guzman.

Apertamente schierato. Secondo me mostra quanti guai puo' combinare l'applicazione dell'idea politica utopistica di un uomo di grande generosita' e lealta'.

Bastianello.

Bandito e Gunny.

Aperitivo e sfogliatelle con crema da Bastianello, Milano.
Amazing.

Saturday, September 03, 2005

Pranzo e cena.

Bandito e Gunny.

Pranzo alla pizzeria Solo Pizza, viale Umbria, Milano.
Gunny: margherita con mozzarella di bufala.
Bandito: margherita.

Cena al ristorante Le Vigne, Ripa di Porta Ticinese 61.
Bandito e Gunny: gran tagliere di salumi.
Gunny: filetto di maiale con cannella e pistacchi, tortino al cioccolato fondente fuso con peperoncino.
Bandito: terrina di coniglio.
Birra Menabrea.

Friday, September 02, 2005

Aperitivo e cena.

Bandito e Gunny.

Aperitivo all'Hotel Diana Majestic, Milano. Birra.
Cena all'Hosteria Grand Hotel, via Ascanio Sforza 75.
Gunny: testina di vitello, ravioli con melanzane e pecorino di Fossa.
Bandito: culatello, tagliata di manzo.
Birra Menabrea.

Pranzo.

Da Peck.

Risotto mantecato alla milanese.
Sacher Torte.

Thursday, September 01, 2005

Pranzo.

Pranzo da Peck.

Risotto mantecato alla milanese.
 
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