Il Foglio di martedi' 4 aprile, pagina 2; Langone interpreta anche i miei pensieri nell'articolo "I turbamenti di un onesto astensionista che vede messi in pericolo i vizi (e qualche virtu') a cui massimamente tiene".
Ecco l'incipit:
"Ogni giorno che passa ho piu' paura. Ho paura anche di me stesso, sento in pericolo una lunga e onorata carriera di disertore delle urne. Aristotele, Guicciardini, De Maistre: il 10 aprile saro' ancora degno di voi? Se continua cosi' c'e' il rischio che vada in anagrafe per la tessera elettorale che un avviso nella cassetta della posta mi invita a ritirare."
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Corriere della Sera di lunedi' 3 aprile, pagina 28, "Particelle elementari" di Pierluigi Battista:
"Cina, bambini e lager. La Storia "come se Berlusconi non ci fosse"".
"Chissa' se, nell'ipotesi che la prossima settimana vada a buon fine la caccia grossa al caimano, gli intellettuali della sinistra italiana saranno disposti a discutere anziche' a strepitare, a tener conto delle ragioni dell'avversario, anziche' accontentarsi della scomunica preventiva.".
Premesso che ritengo correttissima l'impostazione in merito al tener contro delle ragioni dell'avversario (vedi anche post del 10 marzo 2006), e anzi, proprio perche' ritengo correttissima l'impostazione, mi chiedo: perche' aspettare la prossima settimana? Perche', se tale atteggiamento e' ritenuto corretto, non puo' essere seguito sempre? L'onesta' intellettuale scatta a tempo? Oppure soltanto dopo che una eventuale vittoria elettorale? Prima, quando si e' all'opposizione, e' consentito essere unfair? Essere pregiudizievoli?
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Nell'inserto de Ilsole24ore di Domenica 26 marzo, a pagina 28, "Il cuore nero di Parigi", a cura di Laura Grimaldi.
"Ritornano, nel decennale della morte dello scrittore, i racconti noir di Leo Malet".
"... Il personaggio - "mon detective de choc" lo definisce l'autore - si chiama Nestor Burma e in qualche modo e' il decollage dello scrittore, il suo ritratto replicato piu' volte da uno specchio: enrage', distruttivo, disperato..."
Proveremo.
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Il Foglio di lunedi' 3 aprile, pagina 1; fondo dell'Elefantino che cita fedelmente Tom Wolfe; ecco il passaggio:
"... Dice McLuhan:"L'indignazione morale e' una strategia diffusa per conferire dignita' agli imbecilli". Il fenomeno persiste. Questo atteggiamento dell'intellettuale che si tiene al di sopra del governo, che e' evidentemente diretto da poveracci della classe media e che si conviene di sogguardare dall'Olimpo del pensiero come un insieme di vermi che si agitano nella fanghiglia. Gli intelletuali americani continuano a segnarsi sprezzanti gli errori di sintassi o di grammatica di George Bush Jr. Fu lo stesso per Eisehhower e Ronald Reagan, trattati da cretini. In effeti si erano accontentati, l'uno di vincere la seconda guerra mondiale l'altro la guerra fredda" (Intervista di Tom Wolfe a Marc Lambron di Le Point).
Fonte per leggere l'intervista integrale a Tom Wolfe.
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Nell'ultimo dibattito televisivo dei candidati premier dei due schieramenti, Prodi ha detto, piu' o meno, di avere un sistema nervoso semplice. Non commento, oggi mi funziona solo un neurone.
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