Subito dopo l'endorsement a favore del centro sinistra, ero in forse. Continuero' a comprare il Corsera o no?
Poi ho deciso. Continuo a comprarlo. Perche' secondo me e' legittimo che un giornale manifesti in maniera chiara il proprio pensiero. Anzi, credo che sia addirittura la soluzione migliore: c'e' piu' trasparenza per il lettore, anche per quello distratto. E si sgombra il campo da alibi malcelandosi dietro un finto bipartisanismo.
Senza contare l'aspetto romantico. Sono almeno 15 e piu' anni che lo compro regolarmente. Mi ricordo degli articoli che celebrano Woodstock regolarmente ogni 5 anni, delle periodiche riabilitazioni di Giovanni Gentile e Ignazio Silone, del poco spazio dedicato al rugby anche quando c'e' il 6 Nazioni.
Anche quando sono all'estero faccio di tutto per trovarlo.
Ma oggi ho deciso che non lo comprero' piu'.
A causa di questa finestrella pop up orgogliosamente presente da stamane (almeno) sul Corriere on line.
Sotto la pessima paginata dell'Indipendent, che recita "End of the line for the Godfather (And Italy's top Mafia boss is arrested in Sicily)", il Corsera commenta senza una nota di sdegno, anzi quasi avesse voluto far suo quel titolo:
"«Fine della corsa per il padrino»: con un titolo che gioca con l'arresto di Bernardo Provenzano, «The Independent» dedica un lungo articolo alla fine dell'era del Cavaliere dopo le elezioni del 9 e 10 aprile e alla cattura del "capo dei capi". «Il fatto che un'era sia finita - scrive il quotidiano britannico - e' stata sottolineata dalla straordinaria notizia, appena sette minuti dopo che la sconfitta di Berlusconi e' apparsa certa, che il mafioso piu' ricercato della Sicilia...era stato arrestato». Si e' trattato della «piu' strana delle coincidenze», secondo «The Independent»".
Ora, siamo logici. Qui non si tratta di schierarsi contro un pensiero politico, sociale, economico che non ci va a genio. Qui si tratta di serieta'.
Invece di indignarci per essere derisi e maltrattati a livello internazionale, per di piu' a torto, noi italiani facciamo bella mostra del dileggio su uno dei nostri piu' "authoritative newspaper".
Ecco, secondo me, il newspaper finisce di essere "authoritative".
E mi collego ad un discorso ricorrente in questi giorni: il voto degli italiani all'estero. E' chiaro che se continuano a leggere questi articoli, senza vivere giorno per giorno nel nostro paese, avranno un'idea distorta della realta'.
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