Friday, March 17, 2006

Del gravame sui redditi degli italiani generato dal prezzo della benzina.

Come al solito ci fidiamo solo dei dati.

Sul portale ACI e' disponibile l'"Annuario statistico 2005. Sintesi statistica, su un ampio arco temporale, dei dati sulle iscrizioni e radiazioni dal PRA, i passaggi di proprieta', la consistenza del parco veicoli, produzione ed import/export, costi di esercizio ed oneri fiscali". I dati sono disponibili anche in formato Excel.

Nota informativa a pag. 11: "Con questa pubblicazione l’Automobile Club d’Italia, in quanto soggetto del Sistema statistico nazionale (SISTAN), fornisce agli addetti ai lavori un contributo per una reale conoscenza
del fenomeno che influisce in modo determinante sui sistemi economico/sociali di tutti i Paesi a motorizzazione avanzata: lo spostamento di persone e merci."

E sull'affidabilita' dei dati dovremmo essere tranquilli.

Analizziamo i contenuti.

L'Appendice C, dedicata ai "Prezzi e consumi del carburante in Italia", riporta i consumi di carburante in Italia per mese, suddivisi tra benzina senza piombo, gasolio e metano.

Trascurando il metano, vista la scarsa incidenza percentuale, si rileva che, nel periodo 2001-2004, le tonnellate di benzina e gasolio consumate sono aumentate complessivamente del 15% (da 33.390.000.0000 a 38.394.000.000 chili di carburante, tabella C.1 e seguenti, pag. 170 e seguenti).

Ho quindi moltiplicato l'aumento annuale di benzina e gasolio per il prezzo medio annuale del carburante (€ per litro) (fonte: "Prezzi medi annuali del carburante in Italia", tabella C.15, pag. 178).

In questo caso ho adottato una semplificazione. Il dato riferito al consumo di carburante e' in chili, mentre il suo prezzo e' in € al litro. Poiche' il peso specifico della benzina e del gasolio e' inferiore a 1, questo significa che un litro di carburante pesa meno di un chilo. Poiche' i pesi specifici sono diversi a seconda del tipo di carburante, ho applicato una costante pari a 1,25 litri di carburante per chilo (quindi un peso specifico pari a 0,8).

Ho suddiviso il risultato della moltiplicazione (tra l'aumento annuale del prezzo del carburante ed l'aumento del suo consumo) per il numero medio di autovetture per abitante (2002: 0,7405; 2003: 0,7599; 2004: 0,7577). Il numero medio di autovetture per anno e' stato ottenuto dividendo: (a) dato per la consistenza totale del parco veicolare / (b) popolazione italiana [fonte (a): "Consistenza del parco veicolare suddiviso per categoria", tabella III.1; fonte (b): popolazione considerata costante nel periodo 2002-2004, pari a 58.000.000, tabella III.38 a pag. 94, tabella III.25 a pag. 84].

Il risultato dei calcoli porta ad affermare che l'aumento annuo (periodo 2001-2004) della spesa per carburante per detentore di autoveicolo e' stata pari a € 44,13 (per un totale di € 132,47 in tre anni).

Concludo con una riflessione.

I 44,13 Euro per anno non saranno certamente pochi, e l'utilizzo dell'auto e' cosi' essenziale che probabilmente non si puo' limitarne l'utilizzo (per recarsi al lavoro, affrontare emergenze, andare in ferie, etc.).

Tuttavia, qualora un paese sia educato ad avere la schiena dritta e si trovi in un periodo di crisi o recessione, con il prezzo del carburante in crescita, probabilmente contrae l'acquisto di auto di grossa cilindrata per far fronte alle necessita' contingenti.


Cosa accade invece in Italia? Dallo stesso report citato (tabella III.31, pag. 89, relativa alla "Consistenza del parco veicolare. Autovetture per classi di cilindrata e alimentazione"), si possono evincere, sempre in riferimento al periodo 2001-2004 i seguenti dati (normalizzati a 100):

Cilindrata da 0 a 800 cc.: diminuzione del 21,6%.
Cilindrata da 801 a 1200 cc.: dimunizione del 12,5%.
Cilindrata da 1201 a 1600 cc.: aumento del 1,2%.
Cilindrata da 1601 a 2000 cc.: aumento del 18,0%.
Cilindrata da 2001 a 2500 cc.: aumento del 18,9%.
Cilindrata oltre 2501 cc.: aumento del 58,3%.

E qui la domanda. Parte dell'aumento di 44,13 Euro l'anno per il carburante dipende forse dal fatto che abbiamo auto di cilindrata superiore rispetto al passato, che quindi hanno maggiori consumi?


Dimenticavo un'altra riflessione.

Sempre lo stesso paese di prima, quello con la schiena dritta, se attraversa realmente un periodo di difficolta' forse e' portato a contrarre i consumi in settori non primari o essenziali.

Allora, come mai in Italia il consumo nei servizi di telefonia mobile (escluso l'acquisto di apparecchi) e' aumentato del 9,5% nel 2004 (rispetto al 2003), arrivando a € 250 l'anno per singolo abitante (58.000.000)?

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