Friday, October 27, 2006

TGIF

Editoriale splendido di Ferrara sul Foglio del 27 ottobre, "Un po' di veleno per un brav'uomo", riferito a Claudio Magris, che il giorno prima ha pubblicato un articolo su teocon e atei devoti sul Corsera.

"...
Il prossimo che mi rompe i coglioni con l'uso politico della religione, inteso come lo praticano loro e riferito a me e a noi che ne scriviamo su questo giornale da anni, lo sfido a duello con lancio del guanto, come usava tra i gentiluomini del Regno sardo. Cosi' recupero la reputazione di laico".

Nel passaggio "inteso come lo praticano loro", Ferrara si riferisce a Repubblica e a Magris.

Un paio di passaggi dell'editoriale sono stupendi.

1.
"... Corriere, giornale con tendenze tabloid che classifica gli altri in modo sprezzantemente mondano, e un giorno o l'altro verra' a sua classificato a dovere."

Con un pizzico di vanteria mi cito e riporto quanto avevo scritto il 13 maggio, a proposito del Corriere.

"Subito dopo l'endorsement a favore del centro sinistra, ero in forse. Continuero' a comprare il Corsera o no?
Poi ho deciso. Continuo a comprarlo. Perche' secondo me e' legittimo che un giornale manifesti in maniera chiara il proprio pensiero. Anzi, credo che sia addirittura la soluzione migliore: c'e' piu' trasparenza per il lettore, anche per quello distratto. E si sgombra il campo da alibi malcelandosi dietro un finto bipartisanismo.
Senza contare l'aspetto romantico. Sono almeno 15 e piu' anni che lo compro regolarmente. Mi ricordo degli articoli che celebrano Woodstock regolarmente ogni 5 anni, delle periodiche riabilitazioni di Giovanni Gentile e Ignazio Silone, del poco spazio dedicato al rugby anche quando c'e' il 6 Nazioni.
Anche quando sono all'estero faccio di tutto per trovarlo.

Ma oggi ho deciso che non lo comprero' piu'.
A causa di questa finestrella pop up orgogliosamente presente da stamane (almeno) sul Corriere on line.
Sotto la pessima paginata dell'Indipendent, che recita "End of the line for the Godfather (And Italy's top Mafia boss is arrested in Sicily)", il Corsera commenta senza una nota di sdegno, anzi quasi avesse voluto far suo quel titolo:
"«Fine della corsa per il padrino»: con un titolo che gioca con l'arresto di Bernardo Provenzano, «The Independent» dedica un lungo articolo alla fine dell'era del Cavaliere dopo le elezioni del 9 e 10 aprile e alla cattura del "capo dei capi". «Il fatto che un'era sia finita - scrive il quotidiano britannico - e' stata sottolineata dalla straordinaria notizia, appena sette minuti dopo che la sconfitta di Berlusconi e' apparsa certa, che il mafioso piu' ricercato della Sicilia...era stato arrestato». Si e' trattato della «piu' strana delle coincidenze», secondo «The Independent»".

Ora, siamo logici. Qui non si tratta di schierarsi contro un pensiero politico, sociale, economico che non ci va a genio. Qui si tratta di serieta'.
Invece di indignarci per essere derisi e maltrattati a livello internazionale, per di piu' a torto, noi italiani facciamo bella mostra del dileggio su uno dei nostri piu' "authoritative newspaper".
Ecco, secondo me, il newspaper finisce di essere "authoritative".
..."


2.
Secondo passaggio dell'editoriale di Ferrara che mi piace riportare, e in fondo scrivero' perche'.

"...
Ateo devoto, sulla scorta di una efficace e caustica definizione di Beniamino Andreatta, ..., sono io in persona. Mi sono polemicamente e ironicamente definito cosi' in un teatro di Milano dove, insieme agli amici ciellini del settimanale Tempi, tenemmo tre anni fa un'assemblea per bollare il processo alla strega cattolica approntato dalla famiglia allargata del progressismo europeo a Strasburgo.
..."

Il caso di cui Ferrara parla e' la cacciata di Buttiglione da Strasburgo; il teatro dell'assemblea e' in Piazza San Babila a Milano, era un sabato mattina, e io c'ero.

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Segnalo, dal Domenicale di sabato 21 ottobre, l'articolo di Beatrice Buscaroli su Umberto Boccioni "Dei pennelli e delle cere: alla ricerca dell'arte nuova. Visse al galoppo e mori' in sella, Umberto, metafora del moto nello spazio"

Riporto un passaggio:

"...
La trincea del Dosso Mosca, Dosso Casina. ... Ci sono tutti: Boccioni, Marinetti, Sironi, Sant'Elia, e non e' una serata futurista, una di quelle risse pazze degli anni Dieci, quando Marinetti al Teatro Lirico di Milano interrompe una serata di poesie per urlare "Viva il Generale Asinai di Bernezzo! Abbasso l'Austria! Viva l'Italia". Marinetti venne arrestato in smoking e papillon.
...
Non c'e' nulla di casuale nella storia del futurismo, il solo movimento italiano che abbia avuto il respiro di un'avanguardia europea.
...
Svecchiare, innovare, inventare: "in Italia non manca il denaro, non manca la forza: mancano i cervelli moderni. Siamo vigliacchi in tutto", in architettura, in pittura, in scultura nel mobilio, "in tutto".
..."

L'ultimo passaggio e' di una attuale ed impressionante lucidita'. Trovo che sia proprio cosi'.

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Finalmente ho letto, tutto d'un fiato, un libro di Ross MacDonald: "Non piangete per chi ha ucciso" (titolo originale: The way some people die).
Ora sono pronto per "Piombo e sangue" di Hammett.

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Quest'aggiornamento e' avvenuto mangiando due pezzi di crostata d'uva fatta in casa, accompagnata da un bicchiere di vino di Bussi (Comandante imperat).

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