Assenza di collegamento e overflow da lavoro hanno ritardato gli aggiornamenti.
1.
A fine ottobre uscira' "Le ali della sfinge" (Sellerio), il nuovo romanzo di Camilleri con Montalbano.
2.
Rinnovata la scarpiera.
Ryder, Leather Lined, Dainite sole.
Consul, nere.
3.
Stasera, 15 ottobre, stavo andando all'aeroporto.
Nello zapping radiofonico, finalmente sbuca una canzone all'altezza, su Radio Deejay, Brown-Eyed Girl, di Van Morrison.
"Goin' down the old mine, with a transistor radio
standin' in the sunlight laughin'
hidin' behind a rainbow wall ..." eccetera eccetera.
Non faccio in tempo a finire di rallegrarmi che Guido Bagatta (fino a stasera mi era anche simpatico) si sente di commentate piu' o meno in questi termini:
Brown-eyed girl e' una delle canzoni preferite di Bush junior che pero' forse non sapeva che parla di una ragazza di colore che si innamora di un ragazzo bianco e per questa incontra molti problemi; forse Bush non lo sapeva perche', essendo un texano, all'inizio della carriera in quella terra per farsi eleggere ha forse dovuto .... ma evitiamo polemiche...
Lasciamo stare.E' pazzesco? E' un pregiudizio?
4.
Ultimamente sto consumando "The insibile invasion" dei Coral.
"In the morning" e "So long ago" meritano menzione particolare.
5.
L'Italia del Rugby si e' qualificata per i Mondiali 2007.
6.
Onore al grande Giovanni Galeone.
7.
Tre segnalazioni dal Domenicale di sabato 7 ottobre, si' quello di Dell'Utri.
Prima.
A pagina 3, nella rubrica, "Lo scaffale della saggistica", recensione del nuovo libro di Camillo Langone ("Il collezionista di citta'. Viaggi Italiani", Marsilio) nell'articolo "Viaggiatori viggianti. Langone, il Goethe sui generis. Dalle province del Belpaese".
"...Girovagando tra chiese, piazze, negozi, bar e ristoranti .... s'indigna perche' i piaceri della tavola vengono sostituiti da ingorde abbuffate, l'estetica dalla stravaganza, la letteratura dalla massificazione. ...
Il suo divertissement e' prettamente alcolico: solo un Negroni lo puo' momentaneamente ammansire..."
Seconda.
A pagina 2, articolo di Luigi Compagna, "La trappola del multiculturalismo a senso unico: l'Australia ha capito".
"Il primo ministro australiano John Howard e con lui tutti i suoi ministri hanno nei giorni scorsi incontrato gli esponenti delle associazioni islamiche e hanno parlato chiaro ("if you want a country which has Sharia law or a theocratic state, then Australia is not for you")... ha fatto bene Giuliano Amato a giocare all'australiana il 28 settembre scorso...
("per le vignette mi sento di chiedere scusa, ma gli islamici devono fare altrettanto se nel nome di Allah qualcuno cerca di farmi violenza")....
Insomma, Amato non vuole essere tra quanti in Europa, invece che umiliazione, quasi provano orgoglio a vedere al fianco dello sceicco del terrorismo Al Qaradawi il sindaco di Londra Ken Livingstone....."
Terza.
A pagina 8, articolo di John Battelle (tra i fondatori del mensile Wired) sul Database delle Intenzioni (dal libro: "Google e gli altri (come hanno trasformato la nostra cultura e riscritto le regole del business)", Raffaello Cortina Editore).
"...Google sa quello che vuole la nostra cultura!Visti i milioni di milioni di richieste che confluiscono ogni ora verso i suoi server, mi parve chiaro che la societa' aveva per le mani informazioni che valevano come una miniera d'oro. Si potevano creare imprese editoriali totalmente nuove a partire dalle tracce delle intenzioni evidenti in un database di quel tipo; in effetti Google aveva gia' fatto la prima mossa in quella direzione: un progetto in "fase beta" chiamato Google news....
Link dopo link, click dopo click, la ricerca sta costruendo forse il piu' durevole, poderoso e significativo manufatto culturale nella storia dell'umanita', ovvero il risultato aggregato di ogni ricerca inserita nel motore, di ogni lista di risultati presentati, e di ogni percorso seguito sulla base di quei risultati.
Vive in molti luoghi, ma tre o quattro in particolare - AOL, Google, MSN, Yahoo - possiedono una porzione enorme di questa database. Presa nel suo insieme questa informazione rappresenta una storia in tempo reale della cultura post-Web - un enorme "database di Clickstream" di desideri, necessita', volonta' e gusti che possono essere scoperti, citati, archiviati, registrati e sfruttati per finalita' di ogni sorta...."
8.
Ho ritrovato, in libreria, un vecchio giallo Mondadori, "Signori, il gioco e' fatto", di S.S. Van Dine, autore che avevo cercato inutilmente in diverse librerie di piu' citta'. Beh, Philo Vance, "dandy ... ammiratore di Nietzsche ... (che) si occupava di crimine solo per verificare le sue teorie sulla natura umana", e' favoloso.
La descrizione di Philo Vance e' tratta dall'articolo "Misteri senza storia", di Laura Grimaldi, comparso (se non ricordo male) domenica 8 ottobre sull'inserto Domenica del Sole, in cui si celebra la pubblicazione del primo autore italiano nei Libri Gialli Mondadori, ossia "Il sette bello", di Alessandro Varaldo (originariamente edito nel 1930).
9.
Dal Domenicale di sabato 30 settembre, articolo a pagina 3 di Mario Bernandi Guardi, "La sinistra con il mal di Pansa", a proposito dell'uscita del nuovo libro di Giampaolo Pansa "La grande bugia".
L'articolo e' "una megarecensione delle reazioni inconsulte e di certo voci mica poi tanto soffuse del partito (preso) antipansista. Che ce l'ha con lui perche' racconta la Resistenza cosi' come e' stata".
"...Abituato a documentare e a denunciare, Pansa documenta e denuncia. E risponde colpo su colpo a chi gli spara addosso chiamandolo falsario, traditore, opportunista, venduto, servo di Berlusconi e dei fascisti, ecc. ecc....
Risponde agli attacchi di Curzi, Bocca, ... Flores D'Arcais, Rizzo, di tutti i giornalisti, ... le associazioni partigiane, ... che lo vogliono processare e giustiziare sommariamente, rifiutandosi di entrare nel merito di quello che scrive.
E questo e' il massimo della malafede: si pretende di esorcizzare il Diavolo Revisionista ma non gli si contestano nomi, date ed eventi; non gli si contestano le "diavolerie".
E se Pansa lancia il guanto di sfide dicendo: pensate che abbia raccontato delle menzogne?
Magari mi accusate di essermi andato ad abbeverare a delle fonti fasciste, di aver letto come fosse il Vangelo il loro martirologio?
D'accordo, scegliere dei ricercatori di vostra fiducia, mandateli voi a verificare quel che ho scritto, cosi' potrete smentirmi...."
10.
Articolo del Corriere della Sera di domenica 8 ottobre, in Terza Pagina, "Quando d'Annunzio mise alla porta Tamara", di Sebastiano Grasso. Tamara e' la De Lempicka, celebrata attualmente con una mostra a Milano, Palazzo Reale, fino a gennaio 2007.
"...Uno degli episodi piu' curiosi della sua vita e' con d'Annunzio, conosciuto attraverso il conte Castelbarco ...Due incontri. Uno nel 1926 (dedica di una foto del Comandante: "A Tamara, la filibustiera dell'Adriatico"); l'altro l'anno dopo.
Dopo averla accolta con alcune salve di cannone, il poeta tenta di sedurla. Tamara non ci sta ... ma non si accorge di giocare con il fuoco.
I due tempi dell'incontro finiscono male. "Vecchio nano in uniforme", lo apostrofa lei, che ha 28 anni. "Non e' possibile che tutto il Vittoriale debba pendere da un pelo del vostro sesso", le dice d'Annunzio, che di anni ne ha 63...."
11.
Davide Paolini, nella rubrica "A me mi piace" (Domenica del Sole24ore di domenica 15 ottobre), parla dei bistrot parigini nell'articolo intitolaro "Charmant bistrot".
"...I parigini ... ritengono sia piu' trendy testare i cuochi, protagonisti della bistromania o i giovani talenti supportati dalla rivista "Omnivore".......
"La comptoir du relais Saint Germain" (29, Carrefour de l'Odeon) dello chef Yves Camdeborde....
Nel locale di Camdeborde si assaggiano salumi della famiglia dello chef, andouille, saucisson de l'Aude, pate' di campagna, maialino di latte arrostito, trippa, piede di porco brasato, disossato e arrostito. brandade, garretto di maiale alle spezie, carre' di agnello arrosto con sugo di timo fresco, trancio di lardo di maiale grigliato con pure' di olive. Per chiudere: tarte tatin, creme brule', cioccolato a gogo'...."
12.
La rivista Pulp Libri di settembre / ottobre 2006 pubblica, in apertura, un articolo di Fabio Zucchella su Dashiell Hammett, in occasione della pubblicazione italiana della "fondamentale biografia di Richard Layman", "Shadow Man: vita di Dashiell Hammett" (Sartorio, 2006 - con l'inedito "La Battaglia delle Aleutine").
"...Samuel Dashiell Hammett: l'ex detective privato della famigerato agenzia Pinkerton, il pedinatore infallibile e (forse) lo spaccaossa anti-scioperanti nelle miniere di rame del Montana, ma anche il brillante autore di testi pubblicitari che pur senza aver terminato la high school citava da autodidatta James, Conrad e Anatole France; alcolizzato e tubercolotico ...; il compagno di bevute di William Faulkner che riusci' ad ammaliare Gide, Camus e perfino Hemingway; l'uomo che a tutti i costi volle essere sepolto (riuscedovi) ad Arlington, nel "Cimitero degli eroi", con grande scorno di un furibondo J. Edgar Hoover che tento' in ogni modo di impedirlo: .... ma lui aveva prestato servizio nell'esercito, anche se (con suo sommo rammarico) non riusci' mai a finire al fronte ......"
All'articolo, segue un estratto di ben 7 pagine dei capitoli 2 e 20 in anteprima, con diverse foto di Hammett.
Tra l'altro, a pagina 44, anche Pulp Libri pubblica una recensione positiva del libro di Langone "Il collezionista di citta'":
"...Langone e' un osservatore che vi fara' trasalire, perche' sa vedere quel che pochi vedono e ha la bravura di saperlo raccontare in modo indimenticabile...."
13.
Un resoconto articolato ed un ragionamento a parte, tagliati per mancanza di tempo, meriterebbe la Legge Finanziaria.
Evito quindi i numeri (c'e' un articolo sul Foglio del 7 ottobre intitolato "I conti camuffati del gioco a tre carte che chiamano finanziaria", di Felli e Tria, che puo' essere consultato), evito di commentare il trasferimento di parte del TFR dalle aziende all'INPS conteggiato come un'entrata anziche' come un debito nei confronti dei lavoratori, evito di ricordare l'articolo dell'Ecomunist, pardon dell'Economist, cui Prodi si e' affrettato a rispondere (ovviamente l'altra volta, quando critico' il governo Berlusconi, l'Economist era invece nel giusto...).
Credo che i presupposti della Legge Finanziaria risiedano in un pregiudizio culturale e nella lotta di classe mai sopita nella cultura del paese, e sospinta da CGIL e sinistra radicale: - chi non e' povero ha colpa; - i poveri affrontano il martirio capitalista imposto dai ricchi.Quindi: che i ricchi soffrano, piangano, magari meritano anche una bastonata.
Ora, lasciando da parte qualsiasi giudizio sulla meritocrazia (anche se ritengo almeno ammissibile, almeno in linea di principio, l'autodeterminazione del singolo nelle scelte professionali), credo che i presupposti della Legge si discostino dal concetto giusto di socialita' e di maggiore contribuzione da parte dei piu' abbienti al funzionamento dello stato ed allo sviluppo di ammortizzatori sociali concretamente indirizzabili.
Si scambia un principio morale con una colpa atavica, con un peccato originale: chi ha investito, rischiato, pianto, gioito per l'azienda di proprieta' puo' essere considerato un delinquente. E quindi gli deve essere sottratta parte del bottino. Berlusconi, che esaspera questo concetto, parla di banditismo.
La parte piu' pericolosa del ragionamento sotteso alla Legge Finanziaria e', nella mentalita' di chi l'ha scritta, l'equiparazione, l'accostamento, l'assimilazione nella stessa categoria tra (i) tutti gli imprenditori del paese (grandi, medi o piccoli che siano) e (ii) Berlusconi, che notoriamente rappresenta per la sinistra il problema di cui liberarsi.Per la proprieta' transitiva tutti gli imprenditori rappresentano il male.
Dottrine liberiste ci ricordano che l'aumento delle tasse (cui si aggiunge per le aziende la necessita' e l'onere del rifinanziamento causa il trasferimento del TFR all'INPS) e la difficolta' di intraprendere nuove iniziative economiche (percezione di un contesto sfavorevole e assenza di fiducia da parte di chi investe) portano ad una contrazione degli investimenti, quindi ad uno sviluppo economico inferiore (riduzione del PIL, niente compliance con i parametri europei), a minori assunzioni di nuovi lavoratori, quindi ad una minore capacita' di spesa dei cittadini che (come il cane che si morde la coda) spendono meno, investono meno... insomma la recessione.
La possibilita' di garantire un adeguato sviluppo industriale (la nostra e' una societa' industriale, non uno statalismo burocratico) e dei consumi (si', societa' consumista) passa anche per una politica fiscale di lotta dura all'evasione fiscale. Le azioni di Visco mi sembrano indirizzate su questa direttrice, peccato che non siano coordinate con una politica economica orientata a non limitare la spesa, a non introdurre tagli, ma soltanto ad un maggior prelievo nei confronti dell'utile. Pensando che una maggiore tassazione non incida sul margine operativo lordo.
14.
Sembra che nel prossimo film, Jimmy Bond abbandoni il martini vodka (stirred not shaken) per la birra...
15.
Quando capira' l'Europa che deve stringere davvero un patto Atlantico con gli Stati Uniti e fare fronte comune per rispondere alla rinnovata arroganza della Russia che, insieme alla Cina, si batte per non dare sanzioni a Pyongyang e Teheran, difende gli stati canaglia e le teocrazie islamiche?
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