Wednesday, March 22, 2006

Comun Istat

Il post del 14 marzo 2006 citava, tra gli altri, i dati riguardanti il reddito da lavoro dipendente per singola unita' di lavoro dipendente.
In particolare, tra 2004 e 2005, la tabella mostrava un aumento del reddito da € 32.646 a € 33.583, pari ad un incremento percentuale del 2.87% (arrotondamento 2.90%).

Il 16 marzo 2006, quindi due giorni dopo il post, l'Istat ha pubblicato il report relativo agli "Indicatori trimestrali su retribuzioni lorde, oneri sociali e costo del lavoro nell’industria e nei servizi"; il report e' reperibile al seguente indirizzo: Retribuzioni di fatto e costo del lavoro.

A pagina 2, nella sezione "Retribuzioni lorde", al secondo capoverso si legge:

"Nel confronto tra la media del 2005 e quella dell’anno precedente le retribuzioni per Ula sono aumentate nel complesso dell’industria e dei servizi del 2,8 per cento".

Riporto comunque per intero la sezione "Retribuzioni lorde", nella quale non compare alcun dato negativo:
"Nel quarto trimestre 2005 le retribuzioni lorde per unita' di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula) hanno registrato nella media del complesso dell’industria e dei servizi un aumento tendenziale (ovvero rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) del 3,0 per cento. Al netto degli effetti stagionali, l’incremento congiunturale (rispetto al trimestre precedente) e' risultato dello 1,0 per cento.
Nel confronto tra la media del 2005 e quella dell’anno precedente le retribuzioni per Ula sono aumentate nel complesso dell’industria e dei servizi del 2,8 per cento.
Il tasso di crescita tendenziale delle retribuzioni per Ula nel quarto trimestre del 2005 e' stato del 2,4 per cento nell’industria e del 3,6 per cento nei servizi. Al netto degli effetti stagionali, l’incremento rispetto al trimestre precedente e' stato dello 0,7 per cento nell’industria e dell’1,0 per cento nei servizi.
Il tasso di crescita annuo delle retribuzioni nel 2005 e' stato minore nell’industria (piu' 2,3 per cento) che nei servizi (piu' 3,1 per cento).All’interno del settore industriale, le retribuzioni per Ula hanno segnato l’incremento tendenziale piu' marcato nel settore delle estrazioni di minerali (piu' 5,7 per cento), dove in alcune grandi imprese sono stati erogati consistenti incentivi all’esodo.
All’interno del terziario, la crescita delle retribuzioni piu' elevata si e' registrata nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria (piu' 5,4 per cento in termini tendenziali)".


Ora, a parte la congruenza (eheh) tra il 2,87% riportato nel post del 14 marzo ed il 2.8% pubblicato dall'Istat il 16 marzo, non mi pare di ricordare che televisioni e giornali abbiano dato adeguata diffusione al comunicato dell'Istat.

Mi chiedo la ragione. Mentre cerco di spiegare a me stesso il perche', un lampo ("A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca"): sara' stato perche' non si poteva in alcun modo "orientare" l'informazione (una spintarella qua, uno sgambettino la')? Sara' stato perche' era proprio impossibile, pur scavando, trovare un dato che non andasse? Sara' stato perche' si sarebbe dovuto fare un plauso al Governo?

E mentre mi pongo queste domande, senza trovare risposta ed ostinandomi ad allontanare i lampi diabolici che mi zampillano in testa, ad un certo punto mi ricordo di ieri: ieri e' stata diffusa la "Rilevazione sulle forze di lavoro", sempre da parte dell'Istat.
Risultati: aumento dell'occupazione pari a 0.7% (media del 2005 rispetto allo scorso anno), ossia circa 158.000 posizioni lavorative in piu', ossia contratti di lavoro tra una persona fisica e un’unita' produttiva (impresa), finalizzato allo svolgimento di una prestazione lavorativa contro il corrispettivo di un compenso (retribuzione).

Se non ricordo male, giornali e televisioni hanno dato ampio risalto all'informazione; pero', ora ci penso bene ho notato un certo prodigarsi nell'informare che: (i) si', in effetti il dato puo' sembrare positivo, ma il risultato risente degli effetti della regolarizzazione dei cittadini stranieri (elemento citato anche all'interno della nota Istat, senza tuttavia fornire un peso percentuale); (ii) si', e' vero, il numero di occupati e' aumentato, ma al Sud, per quanto riguarda le donne, e' diminuito; (iii) si', e' vero, il tasso di disoccupazione e' diminuito, ma perche' sono aumentati gli inattivi, cioe' quelli si sono scoraggiati e non cercano piu' lavoro.

Sono piu' tranquillo: anche stavolta i dati fanno schifo!

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