Dopo aver completato la serie di Hoke Moseley, mi mancava la scrittura di Charles Willeford.
Quindi ho scovato - tra gli acquisti recenti - il libello "La macchina in corsia 11" (titolo originale: The Machine in Ward Eleven).
50 pagine di un racconto ospadaliero, drammatico e psicologico piu' che thriller, che mette a nudo la mente devastata ed il trattamento senza attenzione che veniva rivolto a coloro che - qualche decennio fa - avevano problemi mentali apparentemente seri.
Fa riflettere.
Ed e' pazzesco come l'elettroshock sia consderato ancora oggi un trattamento terapeutico.
Per sollevarmi, ci voleva Harry Callaghan, Harry la Carogna.
Quindi, in sequenza, 4 ore cinematografiche di proiezione: "Cielo di piombo, ispettore Callaghan", poi "Coraggio... fatti ammazzare".
Nella vita di Callaghan, non c'e' spazio per nulla che non sia il suo lavoro.
Niente mogli o fidanzate, nessun vizio conosciuto (se non la sua pistola), manca perfino uno spaccato sulla sua vita fuori dal lavoro (non si vede mai Callaghan nel suo appartamento, oppure durante il tempo libero, magari cucinare qualcosa in casa, oppure ... insomma proprio niente).
Un vero duro, con un senso dell'ironia spiccato.
"E' suo questo cane?"
"Perche'? Lo vuole?"
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