Ho finito di leggere il libro che mi ha regalato Gunny, "Il perfezionista. Vita e morte di un grande chef", di Rudolph Chelminski.
Mi e' piaciuto molto.
In alcuni momenti ammette che la ristorazione puo' essere nient'altro che una rincorsa a stupire ("etonne-moi!").
Cosi' come ammette che la mousse di licheni di Veyrat sa veramente di muschio...
Dal punto di vista del gusto gastronomico (per quel poco che posso capirci) sto dalla parte di Loiseau.
E' chiaro che non apriremo mai un ristorante, troppo stressante.
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