“Una mangiatoia in duecento parole. Nutrimenti e dissetanti."
Hostaria dell'Arco, via Manlio d'Eramo 60, Sulmona.
L’accoglienza e’ quella solita, una mano aperta sul cuore che vi ringrazia della visita e vi trasmette un rassicurante “ora ci penso io, fidatevi di me”.
Le descrizioni di Aldo e Andrea sarebbero degne di un film anni ’70 ad episodi, magari diretto dal miglior Tognazzi, quello culinario: una signora risolve il suo mal di stomaco grazie ai fagioli “alla callarara”, ossia con salsiccia di fegato; il medico stimato esalta le qualita’ di “l’ambo e tuoni”, allusione al meteorismo generato da patate e fagioli, una minestra il cui gusto e' semplificato dalla presenza di una piantina selvatica simile alla mentuccia.
A richiesta, gli aneddoti si susseguono, in un ambiente amichevole da osteria di provincia.
Ma dobbiamo concentrarci su una zuppa impegnativa di gnocchetti fatti in casa con fagioli, da corroborare con una buona dose di peperoncino macinato “perche' solo quello macinato consente di assimilare la vitamina B1”, poi passiamo alle polpette di baccala' al sugo, al castrato “governato per undici mesi e mezzo”, agnello alla brace, frittata con gli orapi.
La filosofia sta nel cucinare qualcosa che in casa difficilmente si prepara, un piatto per cui valga la pena andare a cena fuori, riscoprendo sapori trascurati e alimenti difficili da reperire: “In dieci anni ho venduto 50 bistecche. Se proprio un cliente la vuole, gliela cucino, ma cosa pretende di trovarci di diverso da quella che cucinerebbe a casa?”.
I prezzi sono saggiamente garantisti, in tempi di PIL stabile.
Il vizio richiederebbe qualche birra in piu’ nel frigo e un paio di buone bottiglie di whisky nella dispensa.
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