Monday, September 08, 2008

Corse

Nell’estremo nord (il Dito), sole alla spaggia di Macinaggio (Plage de Tamarone) e breve passeggiata (a piedi scalzi) lungo il “Sentiero dei doganieri” (Sentier des Douaniers) fino alla Plage des Iles.
Pernottamento a Rogliano, con eccellente vista panoramica.

Spostamento verso sud, verso Bonifacio. Giro in barca: grotta di Sdragonato, con un’apertura in alto che ricorda la forma della Corsica, passaggio davanti alle Bocche e poi al faro di Capo Pertusato, quindi alla Pointe de Sperone e relativo campo da golf, poi all’esclusiva isola di Cavallo – dove qualcuno uccise un turista tedesco una trentina di anni fa…, –, per arrivare e trascorrere una giornata all’arcipelago di Lavezzi, sull’omonima isola di 65 ettari.
Ritorno sulla terra ferma e aperitivo con la Birra Pietra, pubblicizzatissima perche’ autoctona (fatta con le castagne, ma gia’ provata a Torino qualche anno fa).
Cena al ristorante l’Archivolto, consigliato anche dalla guida Gault Millau. Squisita l’ambientazione, meno soddisfacente il mangime.

Passaggio e pernottamento a Porto Vecchio, simile a Bonifacio per la rocca e le stradine caratteristiche.
Aperitivo alla Cantina di L’Orriu, su un magnifico bancone dell’Atelier Nectoux (http://www.atelier-nectoux.fr/): bicchiere di vino bianco locale, gustosa bruschetta con melanzane grigliate, zucchine, pecorino a scaglie, “e tanto olio!”.
Cena al ristorante “Sous la Tonnelle”. La lonely la considera “uno dei migliori ristoranti della città vecchia”. Non ho scritto neanche cosa ho mangiato, quindi non mi ha entusismato.

Partenza da Porto Vecchio alla volta di Campomoro (“una perla rara” secondo la Lonely, e stavolta non sbaglia), nella baia di Valinco.
Durante il percorso sosta alle spiagge di Palombaggia (magnifica) e Santa Giulia (egualmente turistica, ma con un mare piu’ adriatico rispetto all’altra).
Per arrivare a Campomoro, la strada richiede piu’ di qualche curva, ma si viene ripagati da una vista spettacolare sul golfo del Valinco ed una calma impagabile, specialmente se si arriva al tramonto.
Un paio di birre vista mare, preso nel bar del paese riservato ai locali. Birra Serena, se la memoria non tradisce.

Penultimo spostamento, da Campomoro a Calvi.
Calvi è decisamente meno affascinante di Bonifacio e Porto Vecchio, ma anche qui il clima corso è piacevole, anche se un filo troppo “shopping oriented”.
Pranzo al ristorante “Le tire bouchon”, buona l’omelette con pomme de terre, assaggio di formaggio e doppia birra Pietra.
Apertivo sul porto, in un posto da dimenticare, così come il Gin Tonic.
La cena pero’ e’ la migliore di tutta la trasferta, al ristorante “Aux bons amis”.
E infine una meritata Guinness nell’Irish pub del paese.

Percorso di rientro verso Bastia, da Calvi passando per Saint Florent attraverso il Desert des Agriates. Il deserto è una distesa disabitata di macchia mediterranea (il tipico profumo e’ facilmente percepibile) e pietra (circa 17.000 ettari). Ogni tanto si vedono le costruzioni per il rifugio dei pastori durante la stagione invernale, in pietra a secco e tetto in erba.



Pics:








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