Nel post "Del perche’ le rapine e dei mutui subprime", del 12 settembre, scrivevo:
"
(...)
Di qui, a mio avviso, la stagnazione dei consumi, fronteggiata in parte con l’esplosione del credito al consumo, ossia un altro meccanismo studiato dalle banche per vendere a piccole rate cio’ che non puoi comprare piu’ perche’ stai pagando il mutuo.
Ma anche su queste piccole rate c’e’ un tasso di interesse da pagare, non sempre tanto piccolo...
(...)"
Oggi, 23 settembre, sull'inserto Domenica (Ilsole24ore), articolo di Giorgio Barba Navaretti a pagina 35 "Ma il rischio dov'e'?":
"...
Questi soggetti (cioe' coloro che sono stati affidati per mutui subprime, nota di Letsfindthebar), in media, sono molto piu' a rischio di quanto si possa pensare. Infatti, non solo vivono in condizioni economiche precarie, ma sono disposti ad indebitarsi moltissimo. Non avere accesso significa limitare i propri consumi al denaro effettivamente disponibile in ogni momento. Nel gergo degli economisti, non avere possibilita' di scelta intertemporale. Il credito al consumo - come i mutui - e' una via d'uscita da questa trappola".
Quindi, si conferma il meccanismo sul credito al consumo.
Finisce Navaretti:
"Come scrivono Ricardo Caballero e Arvind Krishnamurty sul blog di Martin Wolf (http://blogs.ft.com/wolfforum), la crisi di liquidita' - e l'inquietudine che genera - e' dovuta al diffondersi del rischio sconosciuto e non misurabile dei nuovi strumenti finanziari piuttosto che al crescere dei rischi misurabili, che le istituzioni finanziarie conoscono e gestiscono.
Insomma, la colpa dei guai di queste settimane non e' certo del signor Subprime, per quanto possa essere un pessimo debitore, ma di chi, per un perverso meccanismo di deresponsabilizzazione, ha smesso di considerarlo un soggetto a rischio."
Ossia le banche, che gli concedono credito, per poi rivendere il credito ad un'altra istituzione finanziaria che lo rivende come parte di uno strumento derivato ad un altro cliente.
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