Ho finito di leggere stanotte il nuovo libro di Camilleri, "La vampa di agosto" (vedi post del 26 aprile).
Lasciando da parte i soliti riferimenti caustici alla situazione politica italiana, dal punto di vista dell'intrigo mi pare un gradino sotto lo standard.
Ho finito un paio di giorni fa, prima di attaccare Montalbano, anche la prima indagine di Leo Malet "120, rue de la Gare" della serie dedicata all'investigatore Nestor Burma (vedi post del 6 aprile).
Molto articolato. In alcuni tratti, per l'importanza dei particolari e dei dettagli, mi e' sembrata l'evoluzione di Conan Doyle, ambientata pero' in un contesto tipicamente noir, chandleriano: notti di nebbia, segretarie bellocce, ambienti impestati di fumo, whisky.
Dinamite Burma e' cinico, sagace ed ha un piglio duro, elementi che, insieme ad una smisurata autostima, rendono la sua personalita' carismatica. Al momento, inoltre, nessun elemento personale (a parte un breve cenno ai suoi genitori) intralcia il suo agire, rendendo dinamica l'azione.
Avevo dimenticato di scrivere anche di "Come si muore oggi", di Charles Willeford (vedi post del 5 marzo).
Il detective Hoke Moseley ha indole contraria a quella di Burma, ma in questa vicenda e', suo malgrado, catapultato in uno scenario che richiede azioni rischiose; nonostante la stanzialita' che generalmente caratterizza il suo quotidiano, dedicato a risolvere "casi freddi", riesce a cavarsela al meglio.
Willeford lascia molto spazio alle vicende personali di Moseley, comprese dentiera e convivenza con le figlie ed una ex collega, consentendo una precisa contestualizzazione sociale del personaggio, alle prese, ovunque si relazioni, con i metaforici coccodrilli della copertina del libro: il suo ambiente di lavoro, i criminali che deve arrestare, le figlie, un ex galeotto che va ad abitare di fronte casa sua... that's life.
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