Da Il Foglio.
The King of the conflict of interests - Bloomberg vince stravotato dai liberal, del conflitto non gliene frega niente
Il multimilionario Bloomberg e' stato rieletto sindaco di New York con 20 punti percentuali piu' del rivale Ferrer. Un risultato eccezionale, nella citta' piu' liberal dell’East Coast. Il plebiscito di sinistra e radical chic per il magnate del partito di Bush e' interessante per due motivi. Dimostra come la cultura civica e istituzionale degli americani sia superiore alla nostra e che il gap sara' colmato quando ci libereremo della sindrome da curva sud. Ma l’elezione di Bloomberg e' ancora piu' importante per la scomparsa dell’arma di propaganda della sinistra italiana: il conflitto di interessi. Un argomento che i liberal avevano usato quattro anni fa e che il 29 agosto 2002 il Conflicts of Interests Board di New York giudico' risolto nel momento in cui il sindaco si dimise dalle cariche manageriali, rimanendo mero proprietario. Bloomberg e' il fondatore e il proprietario della Bloomberg L.P., un gruppo che fornisce notizie e analisi finanziarie a banche e istituzioni. E’ proprietario di un’agenzia di stampa, di una radio e di una tv. E’ socio della Merrill Lynch e detiene quote di 85 societa' quotate. Ha obbligazioni milionarie della citta' che governa. Tutto cio' e' consentito e non e' tema di battaglia politica. La legge gli consente di non svelare con esattezza i suoi averi, tanto che ogni anno il suo portavoce fa vedere ai giornalisti solo per due ore una versione censurata della dichiarazione dei redditi. Il Conflicts of Interests Board gli ha concesso di occuparsi delle faccende che riguardano il valore delle sue proprieta': puo' condurre operazioni di vendita o di acquisto, anche parziale, delle sue attivita'. Ai radical chic di New York non gliene frega niente.
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